sabato 7 dicembre 2013
Io sono un giornalista
Quello che mi infastidisce di chi fa il giornalista oggi è il fatto di credersi intermediari tra te e la reatà. Un po' come i nostri partiti. Finché i giornalisti erano dei Montanelli o dei Biagi poteva anche andare bene. Ma oggi, che la maggior parte sono solo dei cialtroni al servizio dei vari potentati di turno, questa patente di paladini della democrazia non vale più. Non ci devono essere liste di proscrizione, ma non è più accettabile la disinformazione e la calunnia verso chi vuole cambiare questo schifo che ha invaso il nostro Paese. Io credo che oggi, con la possibilità di comunicare direttamente per tutti, questo giornalismo non ha più senso ed è solo una casta nella casta, privilegiata, inutile e dannosa.
"Sono molto felice di poter parlare con voi perché il MoVimento 5 Stelle é in questo momento uno dei movimenti più interessanti e importanti al mondo.
Ho lavorato su questi temi per quasi quarant’anni e in più di dodici nazioni. Quello che voi rappresentate é esattamente il percorso che dobbiamo seguire. É un percorso che sta iniziando a emergere in molte nazioni diverse. Penso quindi che sia fondamentale, perché il M5S si rafforzi, collegarsi ad altri movimenti in tutto il mondo. Esiste un movimento di popolo che sta crescendo, una realtà oltre il mondo globalizzato in cui i media vogliono farci credere. Siamo portati a credere che la cosa più importante nella vita siano pezzi di carta, denaro. Siamo anche portati a credere che per i nostri governi sia più importante rispondere alle necessità delle banche, piuttosto che alle necessità delle persone. È un mondo impazzito, e grazie alle corporazioni dei media è molto difficile capire cosa sta effettivamente succedendo. Mi sento privilegiata, perché ho recentemente passato molto tempo in Cina, ho lavorato in India per molti anni e la mia rete di contatti include tutti i continenti. E' in corso la creazione, a partire dal basso, di un nuovo modello che riconosce che il problema fondamentale che affrontiamo oggi è che l’economia è cresciuta troppo. Non è la natura umana che ci ha portati a questa situazione ridicola, noi non siamo innatamente avidi e aggressivi, non è vero che esiste una qualche ragione evolutiva per cui l’economia diventa naturalmente sempre più grande. No. Il problema centrale è stato che i nostri governi, dai partiti di sinistra a quelli di destra, hanno deregolamentato le corporazioni e le banche internazionali, sovraregolamentando invece le economie locali e nazionali. Questo è stato fatto nel nome del libero scambio e del mercato libero. In realtà questo mercato è formato da enormi monopoli interconnessi, e il grande problema di queste strutture non è legato a una questione di chi è buono e chi è cattivo, ma ha a che fare con la loro scala. Questa struttura interconnessa di trilioni di dollari deregolamentati, flottanti e speculativi, collegata a corporazioni mobili, ha creato una forza, una pressione, che sta premendo su praticamente ogni governo. E praticamente ogni governo sta rispondendo ai bisogni di banche e corporazioni globali, invece che ai bisogni dei loro cittadini, o a quelli della madre terra.
Io la chiamo "economia dei droni". I droni sono aeromobili a pilotaggio remoto che fanno sì che qualcuno possa restare seduto a Las Vegas e uccidere della gente in Afghanistan, gente che non hanno mai visto, senza nemmeno sapere in quanti sono morti. Questo è quello che succede nella speculazione finanziaria: persone sedute da qualche parte nel mondo investono nell’acqua o nell’edilizia dall’altra parte del mondo, senza avere idea dell’impatto che avranno sulla gente o sulla natura. Il cambiamento fondamentale che dobbiamo incoraggiare è quello in cui l’economia viene riportata al suo posto, localizzata. Localizzazione: é questo il cambiamento sistemico attualmente in corso in tutto il mondo, attraverso letteralmente milioni di progetti e iniziative. Nel movimento di localizzazione, movimento che interessa anche l’economia della felicità, il fulcro è il riconoscimento del cibo come la cosa più importante che l’uomo produce. Il cibo è l’unica cosa che gli esseri umani producono che è necessaria per ogni persona sul pianeta ogni giorno della sua vita. Questo processo è stato relegato a un ruolo di poca importanza, mentre la pressione finanziaria e del capitale ha forzato gli agricoltori a produrre patate e mele identiche, come se stessero producendo palloni di gomma. Questa standardizzazione è strutturalmente collegata al mercato globale, il quale non può rispettare la diversità.
Per superare questo sistema che sta strozzando il lavoro, che sta distruggendo la democrazia e la diversità biologica, la chiave è adattare l’economia alla varietà della cultura umana e della diversità biologica. Il movimento per il consumo locale sta dimostrando che quando viene dato sostegno a fattorie diversificate su scala minore, è possibile aumentare la produttività anche fino a dieci volte. È meraviglioso vedere come questo stia succedendo in tutto il mondo, e sapere che uno dei movimenti sociali più grandi è Via Campesina, in cui una rete mondiali di duecento milioni di agricoltori si oppe al mercato globale e lotta per la sovranità alimentare, cioè per il diritto di produrre prima di tutto per la comunità locale, piuttosto che per Walmart, o piuttosto che usare i semi della Monsanto con i loro geni Terminatori.
Questo movimento ha il cibo come elemento centrale, ma si sta espandendo a ogni ambito. Nata in America, la Business Alliance for Local Living Economies è una delle prime coalizioni economiche nel mondo, ed è un movimento in cui piccole aziende locali formano una rete a supporto della nuova economia: un’economia a piccola scala, responsabile, che risponde alle necessità della gente e non spinge verso un consumismo cieco. Di nuovo, queste coalizioni di aziende ormai coinvolgono centinaia di migliaia di aziende nel mondo.
C’è poi un’altra parte del movimento per la localizzazione, ugualmente importante, che è la finanza locale. Il movimento per la finanza locale sta creando banche più responsabili, strutture che permettono investimenti locali per le aziende locali e per le necessità locali. Queste istituzioni dimostrano che bisogna lavorare a una scala in cui l’investitore e il produttore possono effettivamente vedere l’impatto delle loro azioni.
C’è quindi un modo per decentralizzare e localizzare che rispetta la diversità e che si sta già sviluppando. Dobbiamo spargere questa notizia e dire chiaramente che i vecchi sistemi, obsoleti, gerarchizzati, centralizzati, non funzionano. Sia la natura sia le persone hanno bisogno della diversità, della comunità, di connessioni. Tutte le tradizioni spirituali e di conoscenza parlano dell’unità della vita. L’unità, cioè l’interconnessione, l’interdipendenza che possiamo sperimentare solo se ci colleghiamo. Quindi colleghiamoci localmente e globalmente, superando le barriere imposte dalle corporazioni e dai media. Mostriamo al mondo come milioni di piccole iniziative, milioni di economie minori, possono rispondere ai bisogni dell’intera popolazione globale e a quelli del resto della creazione.
Ci troviamo di fronte ad una estrema minoranza. Sono meno, molto meno dell’1%, quelli che hanno insistito nell’inseguire un’idea di crescita e di progresso che ci ha fatti retrocedere, portando povertà, disoccupazione, precarietà finanziaria. Il numero di individui che spingono su questa strada sono davvero una piccola minoranza, mentre la grande maggioranza delle persone, più vicine alla vita e più vicine le une con le altre, stanno iniziando a dimostrare che esiste un’alternativa. Dobbiamo fare tutto il possibile per sostenerla, e la cosa più importante è spargere la notizia, far conoscere questa visione, senza scoraggiarci. Dobbiamo festeggiare, festeggiamo la vita, festeggiamo la bellezza e la gioia, e riconosciamo nel nostro cuore che l’economia della felicità è una realtà.
Il mondo vi sta guardando, il mondo conta sull’Italia, e conta sul MoVimento Cinque Stelle perché questo si rafforzi e si apra al resto del mondo, per collegarsi a tutti noi che stiamo iniziando la costruzione di una nuova realtà."(Helena Norberg-Hodge, dal blog www.beppegrillo.it)
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