Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori.
La secolare convivenza tra colonia penale ed abitanti è ormai carta straccia. Questo significa la morte di Gorgona e dei gorgonesi, per farne un'altra isola desertificata e senza un'anima, come è già successo per Pianosa e l'Asinara.
Per ora siamo a 99 firme.
Per firmare clicca qui sotto:
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche.
Siamo a 83 firme.
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch
"IL RIGASSIFICATORE E' PERICOLOSO!". L'ESPERIENZA NELL'ADRIATICO.
"Porto Viro (Ro) - “L'Ue faccia luce sugli effetti dei rigassificatori a ciclo aperto sull’ecosistema marino per scongiurare eventuali disastri naturali e pericoli per le comunità costiere”. Lo chiede alla Commissione europea con un'interrogazione sul rigassificatore al largo della costa di Porto Levante, nel comune di Porto Viro in provincia di Rovigo, Andrea Zanoni, eurodeputato Alde e membro della commissione Envi ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare al Parlamento europeo.
“Il problema è che l’impianto, in un’area di grande valenza naturalistica - afferma Zanoni - utilizza grandi quantitativi d’acqua di mare che poi restituisce a temperature inferiori, con una maggiore presenza di cloro-derivati e sostanzialmente sterile, ovvero priva del suo contenuto di larve, gameti e sostanze nutritive, incapace di rendere all’ambiente i servizi ecosistemici. Il rimescolamento dell’acqua a grande velocità e forte pressione, inoltre, produce ingenti schiume in mare e tali effetti sembrerebbero interferire con l’ecosistema marino, in particolare con la fauna ittica”.
“Per questo ho chiesto a Bruxelles - continua Andrea Zanoni - se esistano studi comunitari ovvero internazionali sugli effetti dei rigassificatori “a ciclo aperto” sull’ecosistema marino e se la moria di pesci, delfini e tartarughe possa essere riconducibile in qualche modo alla sua attività".
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