giovedì 10 ottobre 2013

Io voglio un mondo senza frontiere, senza visti, dove tutti possono circolare liberamente se lo desiderano. Io non ho paura di chi appare diverso da me, di chi mangia cose diverse dalle mie, di chi veste in maniera diversa, di chi parla un'altra lingua, di chi ha un altro credo, di chi è uno cosiddetto qualunque. Io non temo alcuna conseguenza da un unico popolo su un unico pianeta. Anzi, io mi nutro di queste diversità per arricchire la mia anima e la mia conoscenza


Quello che mi disturba della tv è che alcuni si ergano a portavoce e rappresentanti di tutti glialtri, facendo credere che la loro vita è più importante di quella di tanti altri perché appare in quel tubo catodico. Un passpartout per apparire in quel vuoto quadrato è farsi pubblicare un libro. Allora sarai invitato in quella o quell'altra trasmissione, per poter dire la tua e dimostrare che anche tu esisti, anche se poi magari il libro fa magari anche schifo. Mi sono chiesto: nei libri di storia studiamo sempre le stesse persone, in tv vediamo sempre le solite facce. Non credo che le vite di altri miliardi di esseri umani, che vivono e sono vissuti su questo pianeta, siano meno importanti di altre. Non credo che la vita di un mio vicino di casa sia meno importante di chi ha scritto un libro o vocifera da qualche parte, non credo che l'esperienza del mio macellaio sia meno importante di quella di un attore famoso, non credo che l'esistenza di un abitante del deserto sia meno significativa di quella di chi vive a Londra. Non credo proprio.

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