mercoledì 4 settembre 2013

Il mondo capovolto dell'isola di Gorgona: come mi prendo la tua casa con la forza. Firma per chiudere un carcere anacronistico e per bloccare il rigassificatore


All'isola di Gorgona tutte le case sono del Demanio. Cioé dello Stato. Cioé di tutti gli italiani. Come mai queste abitazioni sono completamente abbandonate a se stesse e non si fanno più dei lavori di manutenzione da decenni? Non solo. Questi signori del Demanio, che prendono uno stipendio pagato con le nostre tasse, in 50 anni saranno venuti tre volte a vedere il patrimonio abitativo che dovrebbero tutelare. Ogni tanti inviano delle cartelle con degli arretrati da pagare ed incassano gli affitti. Ogni tanto si inventano qualcosa per disturbare la pace degli inquilini gorgonesi. L'ultimo tentativo è stato di dare uno sfratto esecutivo a tutto il paese per le negligenze del Demanio di mancata manutenzione. Se queste case sono ancora in piedi, invece, è proprio grazie agli stessi abitanti che, nonostante non ne avessero la proprietà, i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria se li sono fatti da soli, a volte impiegando i detenuti della colonia penale che ospita l'isola. Nessuno li ha mai risarciti per questi lavori. Da diversi anni, poi, le case lasciate dai gorgonesi che non vogliono più abitare l'isola, o che sono stati costretti ad abbandonare per le angherie della colonia penale, vengono prese d'imperio dal carcere, che poi le riaffitta al suo personale penitenziario (che spesso ci viene a fare solo le vacanze con i propri familiari), o le riserva agli amici degli amici, svuotando così il paese di una presenza civile e snaturando l'anima di Gorgona. Perché non darle ad altri ex gorgonesi che le vorrebbero, ma ai quali viene impedito a tutti i costi di riabitare l'isola? La risposta è semplice. Basta guardare la storia della vicina isola di Pianosa: svuotare il paese e le case dai gorgonesi, per poi chiudere l'isola e farla diventare proprietà del ministero di Giustizia (senza sganciare un euro...), privandola dei suoi veri abitanti e togliendola al godimento di tutti, per riservarla alle vacanze gratuitedi qualche ministeriale e molto spesso abbandonarla all'incuria e all'abbandono. Attualmente, poi, la prepotenza del ministero di Giustizia e del Demanio, grazie anche al totale disinteresse del Comune di Livorno e della Regione Toscana, è arrivata addirittura all'illecito e all'abuso di potere verso inermi cittadini tutelati da nessuno. L'attuale direttrice del carcere, Maria Grazia Giampiccolo, è arrivata addiritura ad impedire il rinnovo della concessione del Demanio e lo sbarco sull'isola, con impossibilità di accedere alla propria casa, ad alcuni abitanti-residenti sull'isola. Nessuna istituzione o organo di giustizia ha mosso un dito per impedire un diritto sacrosanto: accedere alla propria abitazione e alle proprie cose!



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, sono partite due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza è ormai carta straccia grazie all'attuale direttrice del carcere Maria Grazia Giampiccolo che, abusando dell'autorità che gli concede il ministero di Giustizia, è arrivata addirittura ad impedire lo sbarco ad alcuni gorgonesi che abitano stabilmente sull'isola. 
Questo, insieme ad altre mille prevaricazioni ed ingiustizie della colonia penale sul paese, significa la morte di Gorgona e dei suoi abitanti originari, per farne un'altra isola desertificata e senza un'anima, come è già successo per Pianosa e l'Asinara.
 Per ora siamo a 94 firme.

Per firmare clicca qui sotto:


Intanto è arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che vogliono piazzare in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio, e che magari vietano di pescare con la canna agli abitanti delle isole, non hanno alzato un dito (tutti stipendiati da noi: Parco dell'Arcipelago Toscano, Comune di Livorno, Provincia di Livorno, Regione Toscana, ministero dell'Ambiente, Governo). Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece dalle bollette di tutti i contribuenti italiani... .
Questa iniziativa va fermata a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza di questi posti, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni o per l'utilizzo di sostanze chimiche. 
Siamo a 80 firme.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch

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