Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, sono partite due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori.
La secolare convivenza è ormai carta straccia grazie all'attuale direttrice del carcere Maria Grazia Giampiccolo che, abusando dell'autorità che gli concede il ministero di Giustizia, è arrivata addirittura ad impedire lo sbarco ad alcuni gorgonesi che abitano stabilmente sull'isola.
Questo, insieme ad altre mille prevaricazioni ed ingiustizie della colonia penale sul paese, significa la morte di Gorgona e dei suoi abitanti originari, per farne un'altra isola desertificata e senza un'anima, come è già successo per Pianosa e l'Asinara.
Per ora siamo a 94 firme.
Per firmare clicca qui sotto:
Questa iniziativa va fermata a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza di questi posti, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni o per l'utilizzo di sostanze chimiche.
Siamo a 80 firme.
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch
LA FLORA
Una delle peculiarità più significative e suggestive di G. è la sua copertura vegetale che si estende per circa i1 90% dell'intera superficie. Se si escludono le parti edificate e coltivate, l'isola è interessata quasi esclusivamente da macchia di tipo mediterraneo e da aree boscate per un numero complessivo di specie floristiche che si aggirano intorno alle 415 unità (G. Moggi). Per la estensione del verde e per le varietà vegetazionali oggi esistenti, la G. costituisce un prezioso ed interessante patrimonio naturalistico da salvaguardare e da utilizzare per motivi di osservazione e di studio. Dello stesso avviso sono G. Moggi ed altri autori che, nell'ambito delle loro recenti ricerche sulla flora gorgonese, hanno individuato alcune aree che definiscono di "particolare interesse floristico" e che pertanto sono meritevoli di stretta tutela ambientale. Per brevità di esposizione, e a puro titolo di esempio, riporto solo alcune delle specie botaniche catalogate e che hanno un certo interesse fitogeografico. Fra le alberature va ricordato (G.Moggi) il pino d' Aleppo (Pinus halepensis Miller), la sughera (Quercus suber L.), la farnia (Quercus robur L.), il castagno (Castanea sativa Miller), l'alaterno (Rhamnus alaternus L.), il sommacco (Rhus coriaria L. ). Oltre ad alcune leccete ed ai vari alberi da frutto presenti è stata segnalata anche la presenza dell ' olmo ( Ulmus sp. ) e dell' ontano nero (Alnus glutinosa). La macchia spontanea è costituita (sempre G.Moggi et al.) prevalentemente dal rosmarino (Rosmarinus officinalis L. ), dall' erica (Erica arborea L. ) e quindi dal lentisco (Pistacia lenliscus L.), dalla fillirea (Phillyrea augustifolia L.), dal mirto (Myrtus communis L.) e da alcuni cisti. Meno diffusi il corbezzolo (Arbutus unedo L.), la ginestra (Spartium junceum L.), il ginepro, l'orniello e l'alaterno. Va infine segnalata (stessi autori) l'esistenza di una specie endemica che è il Limonium gorgonae Pign.
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