sabato 14 settembre 2013

Firma per restituire Gorgona alla comunità civile

Da sinistra, guardando la foto: Daniele Duchi (Danielino), Gianni Spinozzi, Silvana ...(parente o figlia di un direttore di carcere dell'epoca, forse De Vizia), io che faccio le corna e mio fratello Francesco.  Una cinquantina di anni fa. Era il tempo delle serate al moletto e dei primi amori estivi. Gianni aveva due-tre anni più di me e faceva il furbetto. Gli piaceva una certa Carla, ma a lei gli piacevo io. Lui, come da tradizione familiare, se la legò al dito e cercò di farmela pagare a tutti i costi. Una volta mi affrontò e voleva addirittura picchiarmi. Non mi ricordo più come me la cavai. Gianni era il nipote di zio Matteo Citti, il farista, fratello di Luisa e della sua mamma. Era un mio cugino in seconda e abitava a Livorno. Quasi ogni estate veniva qualche giorno in Gorgona a passarci le vacanze, almeno fino a quando c'era la sua nonna Giovannina. Era molto intelligente, un bel ragazzo curato e studioso, sicuro di se e delle sue possibilità di riuscire nella vita. Era anche un po' troppo sicuro di se, tanto da risultare a volte antipatico. Comunque, a quei tempi, giocavamo tutti insieme, dietro al moletto, nella spiaggetta oggi ricoperta da un direttore improvvido, sugli scogli che scivolavano. Potevamo anche passarci quattro ore a spingerci e a tuffarci nelle acqua cristalline circostanti, con Riccardo, Luca e tutti gli altri. Poi, quando da casa ci urlavano, andavamo a pranzo, per poi ricominciare nel pomeriggio. La sera giocavamo a pallone sulla piazzetta Cardon, oggi Borgovecchio, facendo un grande polverone, e spesso facevamo delle sfide paese-guardie. Sul tardi, ce ne andavamo al moletto o allo spaccio. Più o meno le stesse cose che fanno oggi i miei figli, ma c'erano molte più persone, c'erano i limiti tra paese e carcere, c'era rispetto reciproco tra isolani e dipendenti della colonia penale... 


Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, sono partite due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza è ormai carta straccia grazie all'attuale direttrice del carcere Maria Grazia Giampiccolo che, abusando dell'autorità che gli concede il ministero di Giustizia, è arrivata addirittura ad impedire lo sbarco ad alcuni gorgonesi che abitano stabilmente sull'isola. 
Questo, insieme ad altre mille prevaricazioni ed ingiustizie della colonia penale sul paese, significa la morte di Gorgona e dei suoi abitanti originari, per farne un'altra isola desertificata e senza un'anima, come è già successo per Pianosa e l'Asinara.
 Per ora siamo a 94 firme.


Per firmare clicca qui sotto:


Intanto è arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio, e che magari vietano di pescare con la canna agli abitanti delle isole, non hanno alzato un dito (tutti stipendiati da noi: Parco dell'Arcipelago Toscano, Comune di Livorno, Provincia di Livorno, Regione Toscana, ministero dell'Ambiente, Governo). Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece dalle bollette di tutti i contribuenti italiani... .
Questa iniziativa va fermata a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza di questi posti, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. 
Siamo a 81 firme.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/No_al_rigassificatore_nel_mare_del_Santuario_dei_Cetacei/?launch






LA VEGETAZIONE E GLI APPROVVIGIONAMENTI IDRICI DELL’ISOLA DI GORGONA 

Una delle peculiarità più significative e suggestive di Gorgona è la sua copertura vegetale che si estende per circa il 90% dell'intera superficie. L'isola è interessata quasi esclusivamente da macchia di tipo mediterraneo e da aree boscate a Pino Marittimo e Pino d’Aleppo. Sull'isola di Gorgona si ritrova un numero complessivo di specie floristiche che si aggirano intorno alle 415 unità (C. Moggi). Fra le alberature va ricordato il pino d’aleppo (Pinus halepensis Miller), la sughera (Quercus suber L.), la farnia (Quercus robur L.), il castagno (Castanea sativa Miller), l’alaterno (Rhamnus alaternus L.), il sommacco (Rhus coriaria L.). Oltre avarie leccete ed ai vari alberi da frutto presenti, è stata segnalata anche la presenza dell’olmo (Ulmus sp.) e dell’ontano nero (Alnus glutinosa). La macchia spontanea è costituita prevalentemente da rosmarino (Rosmarinus officinalis L.), dall’erica (Erica arborea L.) e dal lentisco (Pistacia lentiscus L.), dalla fillirea (Phillyrea augustifolia L.), dal mirto (Myrtus communis L.) e da alcuni cisti. Meno diffusi il corbezzolo (Arbutus unedo L.), la ginestra (Spartium junceum L.), il ginepro, l’orniello e l’alaterno. Va infine segnalata l'esistenza di una specie endemica che è il Limonium gorgonae Pign.
L’ approvvigionamento idrico è garantito da acque sorgive e da acque emunte in profondità. Le sorgenti sono complessivamente quattro, di cui tre ubicate in località Cala Scirocco ed una in località Cala Martina. Per motivi riconducibili alla loro modesta portata, e non avendo caratteristiche di qualità tali da non poter essere impiegate per scopi potabili, le acque sorgive sono utilizzate per servizi e per scopi irrigui. La comunità gorgonese ha utilizzato le acque di queste sorgenti quale fonte esclusiva di approvvigionamento idrico fino ai primi anni '70. Con l'accresciuto fabbisogno, a partire dal 1974 sono state effettuate trivellazioni profonde (pozzi artesiani profondi fino a 100 m) che fino ad oggi hanno garantito la sopravvivenza di una comunità di circa 300-350 persone. Oggi risultano essere stati realizzati sette pozzi, cinque di questi ubicati in loc. Ferro di Cavallo, uno presso l’Orto Varrese, l'altro in prossimità di Cala Scirocco. Attraverso una rete acquedottistica costituita da tubazioni di ferro zincato, le acque vengono convogliate presso una cisterna in località Villa Margherita e da qui sono erogate alle diverse utenze. L’isola è inoltre dotata di una buona linea di condotta antincendio che fa “quadrato” tra la Cala Scirocco, la Casa Colonica, il Ferro di Cavallo e la Torre Nuova. (L.Gonnelli, A.Specchia)


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