venerdì 12 ottobre 2012

Caro Presidente, tu non potevi non sapere....

Caro Presidente della Repubblica, so che hai attraversato questo secolo e quello passato nella politica e nella vita pubblica italiana.
Tu non potevi non sapere lo schifo che attraversava le nostre istituzioni e lo Stato in cui ci avete fatto credere fin dai banchi della scuola.
Tu non potevi non sapere che la maggior parte di chi gestisce la cosa pubblica lo faceva per i propri interessi e non per noi.
Tu non potevi non sapere che un capo della polizia o un manager pubblico può anche guadagnare 600.000 euro l'anno mentre una povera vecchiarella che ha tirato su la famiglia magari ne prende 500 al mese.
Tu non potevi non sapere gli sprechi nell'amministrazione pubblica.
Tu non potevi non sapere che alcuni che indossano la divisa non ne sono degni e picchiano i nostri figli.
Tu non potevi non sapere che in tutti i gangli della politica, che tu ritieni necessaria si esprima atrraverso i partiti come cinghia di trasmissione, non si fa che rubare alle nostre spalle impedendoci un sano e distribuito sviluppo.
Tu non potevi non sapere che la mafia è arrivata sin dentro il Parlamento ed influenza le nostre vite.
Tu non potevi non sapere che eravamo al tracollo finanziario prima di chiamare Monti.
Tu non potevi non sapere che avevi un primo ministro inetto.
Tu non potevi non sapere che una religione condiziona da secoli la nostra vita laica e si è impossessata di molti beni esercitando concorrenza sleale senza volerci pagare le tasse.
Tu che sei il capo delle forze armate, non potevi non sapere quanto guadagnano i tuoi generali e che andiamo ad ammazzare povera gente in giro per il mondo senza capirne la realtà, in nome di una democrazia che riempie solo la nostra pancia.
Tu che sei il capo della magistratura, non potevi non sapere che la giustizia non è mai stata uguale per tutti e che in galera ci vanno solo i poveri cristi.
Tu non potevi non sapere che un giorno in Italia ci sarebbe stato chi avrebbe sofferto di nuovo la fame perché il lavoro non c'era più.
Caro Presidente, tu sai tutto questo ma, in nostro nome, perché non ti ribelli?

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