Da oggi l'isola di Gorgona ritorna nell'oblio. Non so per quanto. Ci avevo messo tanti anni, tanto tempo, tanta energia, tanti sforzi, tanto sudore, tanto denaro, tanto amore e tanta passione affinché la mia bella isola potesse venir conosciuta da tutti nella sua interezza, dignità e verità. A modo mio, insieme a mia moglie e i miei tre figli adolescenti, dopo che nel 2001 abbiamo deciso di ripopolare il paese per non vederlo scomparire per sempre. Magari solo sul web (ma ci ho provato anche fisicamente e mi hanno mandato la finanza...sembra che questi organi vengono a comando o dovrebbero invece lavorare sul serio?). Ogni giorno, mettendo a frutto anche la mia piccola esperienza di giornalista, magari anche sbagliando ed offendendo qualcuno (ma sempre in buona fede e mettendoci la faccia), dedicavo qualche ora ad arricchire il sito creato con il Comitato Abitanti Isola di Gorgona, affinché fosse sempre più completo e veritiero. L'ignoranza, la cattiveria, la calunnia e la miopia di uno Stato aguzzino ha spazzato via in un attimo tutto, senza tener conto della libertà di informazione sancita dall'articolo 21 della Costituzione, della dignità di chi abita e ama Gorgona, dell'enormità del contenuto del sito e della difesa della cultura.
Ora per informarsi su Gorgona rimangono le solite mezze verità di giornalisti di passaggio teleguidati dal carcere, l'ignoranza di chi pensa che in pochi giorni si possa capire l'isola, la disinformazione più totale. Avvalendosi solo di poche righe fotocopiate per motivare una chiusura illeggittima, che impedisce a tutti i cittadini del mondo interessati di poter conoscere l'isola di Gorgona, i suoi abitanti, la sua storia, i suoi affetti, si sta perpretando un abuso. Non solo su di me, sul Comitato e sull'isola, ma su tutte quelle persone che non potranno sapere cosa succede veramente e nella sua interezza a Gorgona.. Una palese ingiustizia, voluta dallo Stato (ma lo Stato non siamo noi cittadini e non lo abbiamo creato per tutelarci? Come mai ora ci si rivolta contro e sembra fine a se stesso e in balìa di persone che lo occupano per un loro interesse?), indegna di una Paese che si dice democratico, dove una giustizia in cui avevo fiducia si basa su pochi fogli fotocopiati ad hoc, senza sentire l'esigenza di ascoltare lacontroparte aggredita e nemmeno di andarsi a leggere il sito che ci si permette di oscurare, come fosse un qualsivoglia sito criminale (quelli invece sono ancora lì...sic...).
Una vergogna che urla vendetta, in tutte le sedi possibili, affinché si sappia quello che è successo e possa essere da monito per altre situazioni similari. Perché questa non è giustizia, ma censura del peggior regime. E io mi rifiuto di vivere in un Paese così concepito e gestito.
Non so se avrò la forza e la voglia di rifondare e preparare un nuovo sito, che negli enti inutili si paga svariate decine di migliaia di euro e che io sostenevo con una modico spesa di 30 euro l'anno più il mio impegno quotidiano, per fare di nuovo un lavoro in cui avevo messo tutto me stesso. Non so se riuscirò a recuperare l'hard disk su cui è stato versato il contenuto del sito sequestrato dalle autorità per poche filastrocche ridanciane e comunque veritiere (cosa che intendo dimostrare in tribunale se ci sarà finalmente un'udienza, perché se qualcuno si comporta da squaldrina o è bassa di statura, così come io sono un grassone per esempio, si potrà pur dire senza citare nome e cognome...). Ma anche se non fosse così, non si può chiudere un intero sito informativo per poche righe, magari maldestre, senza nemmeno un giudizio, ma basandosi semplicemente su veline del ministero di Giustizia che scrive al ministero di Giustizia (mi chiedo quei poveri detenuti quante ingiustizie subiranno e di quale Giustizia stiamo poi parlando?). Il castello di Kafka al confronto è una fiaba di Biancaneve.
Sono pronto a tutto pur di difendere la libertà di espressione e la possibilità di parlare di quella che ritengo sia la mia terra di origine. Anche ad andare in prigione o farmi sparare, se fosse necessario, per difendere principi sacrosanti di libertà. L'ignoranza e la prevaricazione questa volta e per ora hanno vinto. Un ministero prepotente vuole fare di Gorgona un'isola-carcere, impossessarsene definitivamente, come hanno fatto con Pianosa e l'Asinara, per poi rovinarla per sempre, svuotandola dei suoi abitanti e della sua storia. Con l'aiuto di tutte le istituzioni che dovrebbero proteggerne il patrimonio e che invece agiscono in senso contrario, che dovrebbero essere al fianco del cittadino e che invece gli remano contro (parlo del Comune di Livorno e della sua Seconda Circoscrizione, del Demanio di Stato, della Regione Toscana, del Parco dell'Arcipelago Toscano e di altri enti che ruotano intorno a Gorgona come avvoltoi, sempre depredando ed ignorando). Questi enti sono diventati invece delle realtà fini a se stesse che uccidono i cittadini inermi, gli abitanti che li stanno mantenendo in vita.
E' evidente e solo un cieco non lo può vedere: questo Stato va rifondato, svuotato dagli scrocconi ed incompetenti che si annidano i nostro ministeri ed istituzioni, solo per succhiarne l'anima per se stessi, invece di essere al servizio dell'intera comunità.
Per questo cercherò di rendere nota il più possibile questa ingiustizia e continuerò a dire quello che c'è da dire della mia isola di Gorgona.
1 commento:
Mi spiace molto per l'accaduto, dove posso scriverle in privato?
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