sabato 16 giugno 2012
This is the end, my friend, my beautifull friend
Ieri, un signore sessantenne, sposato, con diversi figli a carico e una moglie casalinga, disoccupato e senza pensione, è entrato in un supermercato, ha riempito due borsoni di roba ed ha cercato di uscire senza pagare. Il suo portafoglio e il suo frigo erano vuoti. A casa non c'era più niente da mangiare ed era anche sotto sfratto. Dopo sette mesi di spesa proletaria, come si diceva un tempo, lo hanno beccato. Non è andato in prigione, ma c'è mancato poco. Un tempo aveva un lavoro rispettato, un buon stipendio e una vita apparentemente normale. I commessi si sono offerti di pagargli la spesa fatta. "Potrebbe essere mio padre", ha detto uno di loro. Anche la polizia intervenuta si è prestata a saldare il conto pur di evitare conseguenze pesanti a chi ha rubato per necessità. "Lo Stato sta affamando i suoi cittadini", hanno commentato le forze dell'ordine. Ma i dirigenti della società che gestisce il supermercato in questione, quelli no, hanno voluto denunciare "anche chi ruba solo una caramella". Gli affamanti non hanno nessuna pietà per gli affamati. Così come le banche responsabili del nostro tracollo economico non hanno pietà per i loro creditori. Prestano soldi ai palazzinari che non li restituiscono, ma rifiutano finanziamenti e mutui a chi ne ha bisogno, pignorano chi è alle corde insieme allo Stato. Ma quelli, come i nostri politici ladroni, quelli in galera non ci vanno. Hanno dei buoni avvocati. Così come un satrapo che ha distrutto la morale italiana, che si fa chiamare 'papi' dalle adolescenti che paga e stupra, magari sotto gli occhi dei loro genitori. Poi viene ricevuto anche al Quirinale, riverito dalla chiesa cattolica, adulato dai suoi profittatori, dal Governo e dagli imprenditori. Tempi infami. This is the end, my friend, my beautifull friends... .
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