"Una nave ne ha perso 198 a dicembre. “Tutte le ipotesi sono plausibili, ma io non so chi mi ha denunciato per diffamazione”, dice il giornalista Antonio Brindisi, che chiede il dissequestro del suo sito citando l’articolo 21 della Costituzione. “Chiediamo alla magistratura di revocare il sequestro preventivo del nostro sito internet perché questo modo di procedere viola l’articolo 21 della Costituzione”, dice Antonio Brindisi, giornalista professionista del Lazio e gestore del blog www.ilgorgon.eu che racconta ciò che accade nell’Isola di Gorgona, a largo di Livorno, e nei dintorni. Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Livornoha disposto il sequestro in seguito ad una denuncia per diffamazione di cui Brindisi non sa ancora nulla.
Secondo alcuni, la denuncia per diffamazione potrebbe riferirsi ad alcuni articoli in cui si parla di 198 fusti contenenti rifiuti tossici persi in mare dalla nave cargo Venezia della Grimaldi Lines. E’ così? “Non saprei dire. In mancanza di informazioni di fonte giudiziaria ogni ipotesi è plausibile. Io ho scritto quegli articoli riportando ciò che era stato pubblicato dai giornali, e ho fatto alcune considerazioni sulle navi che transitano nelle acque intorno all’isola e, secondo me, scaricano materiale in mare: ma erano mie considerazioni personali”. Il giornalista tiene a precisare che ilgorgon.eu “non è un organo di informazione vero e proprio, ma un sito a carattere storico, geografico, di documentazione che riporta qualche notizie di attualità”.
La vicenda dei fusti tossici persi dal cargo in navigazione nell’Arcipelago Toscano risale al 17 dicembre 2011 ed è ancora tutta da chiarire. Quel giorno la “Cargo Venezia”, partita da Catania con a bordo catalizzatori di proprietà di una società lussemburghese e provenienti dal polo petrolchimico di Siracusa si trovava nel Mar Tirreno a largo della costa di Gorgona quando perse 198 fusti che contengono complessivamente 40 quintali di catalizzatori esausti di monossido di cobalto e molibdeno. Dopo cinque mesi di ricerche sono stati individuati 96 barili. Le operazioni per recuperarli vanno a rilento. Se i fusti disperdessero il loro contenuto si verificherebbe una vera e propria tragedia ambientale, che potrebbe contaminare le acque dell’Arcipelago.
La vicenda ha presentato subito alcuni punti oscuri. La perdita dei fusti in mare, infatti, è stata denunciata soltanto undici giorni dopo. Un fatto che ha suscitato sospetti e discussioni. “Anche io, sul mio blog ho sollevato dei dubbi sul perché di questo ritardo e sul ritardo delle operazioni di ricerca. Ho chiesto anche – racconta Antonio Brindisi – come mai in quel tratto di mare non ci sono controlli. La nave attraversava proprio il Parco dell’Arcipelago. Possibile che non ci siano verifiche?”.
Il blog di Antonio Brindisi ha toccato anche altri argomenti. “Abbiamo scritto anche a proposito di quelli che consideriamo degli sperperi ministeriali, e di come è gestito il carcere della Gorgona, da molti considerato un modello. Qualcuno potrebbe essersi sentito diffamato per questi articoli. Ma come faccio a dirlo? Io so ciò che ho scritto e so – sottolinea Brindisi – di non aver ricevuto alcuna richiesta di rettifica”.
In ogni caso, conclude il giornalista, non ci sono proprio i presupposti per il sequestro preventivo. Si tratta di un attacco alla libera informazione e all’articolo 21 della Costituzione. “In attesa del dissequestro il giornalista ha aperto un blog, www. ilgorgon.blogspot.com, dove continua a svolgere la sua attività". (Gerardo Adinolfi)-www.ossigenoinformazione.it-osservatorio della Federazione nazionale stampa italiana sugli oscuramenti che violano la Costituzione)
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