lunedì 21 maggio 2012
Figlio di N.N.
Sono 57 anni che non riesco ad avere un padre. Eppure conosco il suo nome e cognome (si chiama Angelo Occhiuzzi (detto Nello), ingegnere di Napoli di circa 75 anni, con moglie che non è mia madre e altri tre figli, due maschi e una sorella, miei fratellastri e sorellastra come si dice in malo modo, che fra l'altro non conosco e che non mi vogliono conoscere). Ci siamo visti sì e no due o tre volte nella mia breve vita e da sempre mi ha fatto intendere che di me proprio non ne vuole sapere. Nonostante i miei ripetuti tentativi, anche con la giustizia, di farmi riconoscere, non c'è uno straccio di giudice che riesca ad imporre a questo pusillanime di fare un test del dna che lo inchiodi alle sue responsabilità. Cioè, a Napoli, quello che resta della giustizia non trova il modo di inchiodare alle sue responsabilità un genitore fedifrago, per usare un eufemismo. Per colpa sua, e anche di mia madre, che ragazza madre a quei tempi ne passò di tutti i colori, ho avuto un'infanzia di m., passata negli orfanotrofi e nei collegi di mezza Italia. Non ne sono uscito un killer seriale solo grazie a una delicatezza intrinseca che non mi permette di far male ad una mosca, tantomeno ad un essere umano, compreso me stesso, anche se tanto volte ci ho pensato a farla finita di questa valle di lacrime che ritengo meravigliosa. Insomma, non chiedo molto, alla veneranda età di quasi sessant'anni, che mi venga riconosciuto un padre, anche se sciagurato. La legge lo prevede, come estrema mia ratio, ma non me lo vuol dare. Sempre figlio di n.n. dovrò allora restare?!?
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