"Se non potremo rientrare in chiesa e dormire lì anche stanotte allestiremo una tendopoli sul prato fuori la basilica di San Paolo". E' quanto dicevano nel pomeriggio i rom sgomberati ieri dal campo a Casal Bruciato, che si preparano a trascorrere la notte accampati fuori della basilica di San Paolo. "Speriamo di rientrare - affermavano dopo essersi riuniti in una assemblea improvvisata all'aperto - ma se dovessimo accamparci per la notte qui fuori, speriamo non ci siano problemi con la polizia". Nello spazio davanti alla basilica sono parcheggiati tre automezzi blindati della polizia giunti poco prima delle 19.Intanto ha cominciato a piovere, anche se a tratti, e i nomadi continuano a chiedere di poter rientrare nella basilica. In particolare chiedono di poter parlare con un responsabile. A cercare di sedare gli animi alcuni gendarmi. I cancelli della basilica comunque continuano a restare chiusi. La Protezione civile e Arci di Garbatella hanno montato tre piccole tende e un telone sotto gli alberi per poter riparare i circa quindici bambini nomadi presenti. "Fateci rientrare". Inutili fino a questo momento i tentativi dei rom rimasti all'esterno dell'area della basilica, di rientrare nelle stanze dove hanno trascorso la notte o comunque di ricongiungersi ai familiari. Battendo con le mani sui cancelli d'ingresso della chiesa, hanno scandito a gran voce in coro "aprite, aprite". Alcuni rom hanno anche mostrato ai gendarmi e ai responsabili della basilica i loro neonati, gridando "tra poco è Pasqua, è Pasqua anche per loro". Gli operatori delle associazioni di volontariato presenti, tra cui Arci e Popika, hanno riferito: "Stiamo cercando da ore di parlare con i responsabili della basilica e anche ora continuano a non dialogare con noi e a prendere tempo".In circa 150 hanno trascorso la scorsa notte in due grandi stanzoni adiacenti al chiostro della Basilica di San Paolo adibiti a magazzini. E se la nottata è trascorsa tranquilla, come ha riferito la gendarmeria vaticana, già durante le prime ore della mattinata la situazione è cambiata. I rom che sono usciti dall'area della basilica non hanno potuto più rientrare, anche se un loro famigliare era rimasto all'interno. Per tuttga la giornatga è continuata la trattativa con il Campidoglio. Prima la proposta di offrire 500 euro a famiglia per coloro disposti a tornare in Romania. Poi un'ultima soluzione: altri 500 euro messi a disposizione dal Vicariato. Un gruppo di 16 rom ha accettato e si è allontanato dalla basilica a bordo di un pullman verso il Cara di Castelnuovo di Porto dove "andranno le donne e i bambini mentre gli uomini passeranno la notte in un centro della capitale. A Pasqua le famiglie non saranno divise, pranzeranno insieme, saranno separate solo di notte, per poi partire dopo Pasquetta''. Secondo il sindaco Gianni Alemanno, "Roma non può diventare una gigantesca baraccopoli". E sulla soluzione alla trattativa con i rom ha aggiunto: "Non può essere, come viene richiesta da molte famiglie nomadi e da associazioni varie, di offrire una casa o un alloggio a tutti''. La situazione in realtà, per tutta la giornata è stata molto tranquilla, quasi distesa. I negoziati sono proseguiti ininterrottamente per ore ed ore con la presenza delegato alla Sicurezza del sindaco Giorgio Ciardi, del direttore della Caritas diocesana di Roma, monsignor Feroci, dei vigili urbani e di altri. Ma i rom hanno tenuto duro: non vogliono tornare in Romania e non intendono scindere le famiglie con gli uomini da qualche parte e donne e bambini da un'altra.In mattinata era ripresa la trattativa tra le famiglie rom che chiedevano, e chiedono, di non essere separate e il Comune di Roma. Sul posto è stato presente un poliziotto romeno che collabora con il Campidoglio. Il capo della segreteria del sindaco di Roma, Antonio Lucarelli, già dall'alba nella chiesa, aveva di nuovo avanzato l'iniziale proposta: offrire assistenza alloggiativa al Cara di Castelnuovo di Porto per donne e bambini, mentre gli uomini sarebbero stati trasferiti nei centri sociali dell'amministrazione aperti dalle 20 alle 7. E per alcune ore la trattativa sembrava essersi bloccata poiché i rom continuavano a chiedere di poter rimanere in Italia ma uniti senza smembrare le famiglie. Poi, una seconda proposta è arrivata tramite Ciardi: il Comune avrebbe dato 500 euro a nucleo familiare se i nomadi accampati nella Basilica di San Paolo avessero accettato il rimpatrio assistito. Più passavano le ore e più cresceva l'ansia per i nomadi sugli sviluppi delle trattative con il Comune e le istituzioni interessate, per conoscere la loro futura destinazione. Alcuni rom, circa una cinquantina, che erano usciti dal cortile interno nel corso della mattinata, non erano stati fatti rientrare dai gendarmi ma hanno atteso composti un segnale di svolta. C'è chi è rimasto seduto su alcuni gradini, chi parlava con giornalisti e volontari di associazioni umanitarie. Il tutto davanti agli occhi increduli dei pellegrini italiani e stranieri che visitano in queste ore il complesso di San Paolo. Che non riuscivano a trattenere la curiosità domandando spesso alle guide o ai cronisti presenti la ragione dell'assembramento. Poi una nuova proposta del Comune: ai 500 euro per tornare in Romania si aggiungerebbero altri 500 euro messi a disposizione dal Vicariato. La maggior parte dei rom ha valutato la nuova ipotesi di ricevere mille euro totali a famiglia, mentre un gruppo diceva sì e si allontanava dalla basilica a bordo di un pullman. "Finalmente hanno cominciato ad accettare questa forma di sostegno dell'amministrazione - diceva Ciardi - Sedici stanno salendo sull'autobus diretti in una struttura del Comune dove resteranno, credo, fino a dopo Pasqua quando partiranno per il loro paesi d'origine". Ma altri continuavano a rimanere davanti alla chiesa. Intanto la proposta del Comune restava la stessa: assistenza alloggiativa al Cara di Castelnuovo di Porto per donne e bambini, mentre gli uomini sarebbero stati trasferiti nei centri sociali dell'amministrazione aperti dalle 20 alle 7. Ma sono molti i rom che continuano a chiedere di poter rimanere in Italia, insieme però alle loro famiglie.E c'è chi vuole restare. "E' una cosa che non accetto, non possono darci dei soldi e cacciarci come dei cani. Il comune di Roma ha promesso dei campi attrezzati. Chiediamo solo questo", diceva Stefan, romeno di 20 anni e da sei in Italia. Marian, 15 anni e in Italia da quando era bambino, costretto ad abbandonare la scuola da due anni dopo l'ennesimo sgombero, aggiunge: "Ci danno dei soldi per tornare in Romania, ma una volta lì senza casa, senza lavoro e senza diritti cosa faremo?". Solo fino a poco tempo fa Marian viveva in un campo nei pressi di piazzale della Radio. "Ormai ho perso il conto di quante volte ho cambiato campo - ha confidato - i vigili e i poliziotti fanno il loro lavoro, non abbiamo nulla contro di loro perchè fanno solo ciò che i capi ordinano loro di fare".Alemanno. "'Non possiamo rischiare di trasformare Roma in una gigantesca baraccopoli" ha precisato il sindaco Alemanno, dopo la polemica con la Comunità di Sant'Egidio. E sulla soluzione alla trattativa con i nomadi che si trovano a San Paolo ha aggiunto: "Non può essere, come viene richiesta da molte famiglie nomadi e da associazioni varie, di offrire una casa o un alloggio a queste famiglie. Se accettassimo questa ipotesi, arriverebbe nella capitale un flusso incontenibile di persone che verrebbero qui con la convinzione di trovare un alloggio o una casa. Sarebbe una situazione assolutamente ingestibile. Aggiungiamo un contributo di 500 euro al rimpatrio assistito in Romania per sottolineare la volontà di trovare una soluzione. Se sommiamo i nomadi ai rifugiati, ai senza fissa dimora, ai richiedenti asilo a Roma - ha continuato il primo cittadino - ci sono circa 22mila persone. Il circuito di accoglienza arriva alla metà. Se diamo segnali di accoglienza indiscriminata il rischio è di andare oltre questa cifra. Non possiamo cedere a una logica ricattatoria - ha concluso - che ci porta a negare il nostro piano di nomadi e la demolizione delle baracche abusive''.Il minisindaco Catarci. Davanti alla basilica anche il presidente dell'XII municipio, Andrea Catarci. Che questa mattina aveva descritto la situazione: ''Stiamo assistendo a scene di deportazione con gli uomini usciti che non vengono fatti rientrare dalla gendarmeria vaticana e le donne e i bambini dentro. Si parlano dietro le sbarre. Saranno una cinquantina quelli rimasti fuori e oltre un'ottantina quelli dentro''. Secondo il presidente dell'XI municipio, ''nonostante la benevola apertura del Vaticano che ha concesso praticamente del tempo in più al Campidoglio per trovare una soluzione, non c'è uno straccio di nuova proposta che consenta di mantenere uniti i nuclei familiari. E' assurdo e la situazione praticamente è bloccata''. Arci. ''Il Comune di Roma prenda pubblicamente l'impegno di assegnare una collocazione momentanea ai nomadi che hanno passato la notte nella Basilica di SanPaolo, in attesa della realizzazione di un'area attrezzata'', era stata la proposta di Claudio Graziano, dell'Arci, che ha seguito insieme ad altre associazioni umanitarie l'evolversi della situazione. ''Lo spazio - diceva Graziano - sarebbe una collocazione momentanea e uno spazio autogestito e quindi a costo zero per il Comune. Potrebbe essere possibile sostenere questa iniziativa con l'aiuto della Caritas, con cui stiamo parlando. Mi sembra un gesto di buonsenso''.Ma Ciardi ha risposto all'iniziativa delle associazioni ribadendo che la proposta del Comune di Roma è di ''trasferire donne e bambini al Cara di Castelnuovo di Porto, di fornire un ricovero per la notte agli adulti o in alternativa un rimpatrio assistito con contributi economici alle famiglie. Sono contrario, invece, agli spazi autogestiti''.Solidarietà. E tra le tante tavole apparecchiate per il tradizionale pranzo di Pasqua domani ce ne sarà anche una dedicata alla solidarietà con i rom. La rete delle associazioni che sono al fianco dei nomadi sta organizzando un pranzo a sostegno della causa delle persone sgomberate dall'insediamento abusivo in via dei Cluniacensi. L'appuntamento è sul prato antistante l'ingresso della basilica, gli organizzatori appronteranno un pranzo di fortuna per i nomadi e per tutti coloro che vorranno sostenere la loro causa. Un'unica richiesta da parte degli organizzatori: chi volesse partecipare porti da casa un piatto, un bicchiere e delle posate.Intanto, in basilica le funzioni religiose sono state celebrate con regolarità. Tutto è pronto per la Pasqua, a cominciare dalla veglia pasquale che si terrà stasera per finire alle sei messe che saranno officiate domani dalle sette fino al pomeriggio. Per tutti, una festività diversa".
E la domenica di Pasqua l'ipocrisia della chiesa tocca limiti eccelsi. Dice il Papa nella benedizione 'Urbi et Orbi': "Accogliamo i profughi'. E i Rom cosa sono?!?
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