giovedì 1 aprile 2010
E' l'ora del nostro fare
"Il risultato delle elezioni regionali fa registrare la vittoria del centro-destra, la consegna di regioni strategiche al PDL (anche per gravi errori commessi dal centro-sinistra nella scelta di talune candidature espressioni di una nomenklatura non più digeribile dal nostro popolo), il rafforzamento nel nord della Lega, una buona affermazione di IDV, un consolidamento dell'astensionismo, un voto a Grillo il quale meglio di altri ha saputo interpretare il movimentismo costruttivo crescente nel Paese. In Italia, nel frattempo, si sta rafforzando un sistema autoritario pericoloso che punta al consolidamento del potere in poche mani, alla cancellazione delle garanzie costituzionali e sociali, allo smantellamento dello Stato di diritto e dello Stato sociale di diritto (emblematica la sostanziale abrogazione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori). Le forze politiche neo-autoritarie che conducono il disegno di distruzione della democrazia pur non rafforzandosi in termini di consensi non vengono sconfitte per colpa dell'incapacità del centro-sinistra di costruire una valida alternativa al berlusconismo. Dobbiamo far presto, prima di ritrovarsi macerie istituzionali, sociali ed economiche. Si deve realizzare una nuova alleanza politica che metta insieme il popolo che resiste a questo sistema antidemocratico - intriso di corruzione - che sta conducendo il Paese alla rovina. Il quadro politico nel centro-sinistra va semplificato anche attraverso una maggiore coesione. Il PD è la principale forza di opposizione, un interlocutore insostituibile e determinante per l'alternativa. E' un partito, però, che ha dimostrato una maggiore resistenza nel favorire un rinnovamento, non tanto in termini di contenuti, quanto di persone (le candidature di Bresso in Piemonte e, soprattutto, di De Luca in Campania e Loiero in Calabria sono emblematiche). IDV può porsi - in questo contesto, dove anche all'interno del PD c'è grande movimento - come principale punto di riferimento di un modo nuovo di fare politica. Quello di unire in un'unica area l'impegno di partito ed il popolo in movimento in difesa della Costituzione. Per porsi come forza credibile nell'interlocuzione con la società civile è necessario, però, che si facciano delle scelte coerenti. In primo luogo un modo partecipato nella formazione della classe dirigente. Si deve, poi, aprire un laboratorio politico in cui mettere insieme le forze della sinistra a cominciare da quei soggetti che hanno dimostrato un forte radicamento popolare. Coinvolgere in questo cantiere che condurrà alla nascita di un'alleanza politica tra partiti e movimenti - con le forme che si riterranno più adeguate - il mondo del lavoro e dei sindacati, politici delle varie forze della sinistra, giornalisti, scrittori, intellettuali, professionisti. In questi momenti di ricostruzione c'è bisogno del contributo delle forze migliori del Paese, nessuno può girarsi dall'altra parte. E' fondamentale che l'alleanza democratica che deve fermare il disegno autoritario di stravolgimento della Costituzione e costruire l'alternativa di governo non abbia come obiettivo la sola sconfitta personale di Berlusconi. Per cambiare il Paese e renderlo meno disuguale e contrastare il disegno autoritario dei poteri forti dobbiamo avere solide fondamenta. Un progetto, quindi, che si basi su una rivoluzione morale e culturale. Un cantiere da aprire in tutto il Paese, da portare in giro con una squadra di persone credibili e coese. Partecipare nella rete, nelle piazze, nelle fabbriche, negli uffici, nelle università, nei luoghi della cultura. Dobbiamo ridare entusiasmo a coloro i quali si sono allontanati e che non hanno più fiducia per colpa di una politica che è divenuta classe. Ci sono donne e uomini nel Paese per fare tutto questo. Una grande alleanza tra forze democratiche che non sia solo protesta ma costruzione di un'altra Italia". (Luigi De Magistris)
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