"Antonio Di Pietro è sempre più al centro di un vergognoso tiro incrociato di menzogne, intimidazioni, contumelie, a cui si dedicano con pari abnegazione i pasdaran berlusconiani – maestri nell’odio – e le suorine inciuciste del Pd, che alla sola parola “opposizione” intonano il “vade retro!”.
Il perché di questa aggressione bipartisan è semplice: Di Pietro è ormai l’unico politico a ribadire alcune verità di fatto su cui è scesa la cappa di piombo del totalitarismo televisivo: dal carattere anticostituzionale delle leggi contro la giustizia alle frequentazioni mafiose di premier e più intimi sodali, dallo sfruttamento sempre più indecente dei ceti operai e “precari” all’arricchimento esponenziale di corrotti, grandi evasori e altri gaglioffi.Questa semplice POLITICA DELLA VERITÀ fa paura, perché raccoglie consensi crescenti e può diventare punto di riferimento delle nuove generazioni che il 5 dicembre a Roma, con il milione e mezzo di cittadini in piazza San Giovanni, hanno dichiarato solennemente la loro volontà di contare nella vita politica. Questa situazione offre a Di Pietro una irripetibile opportunità, ma lo carica anche di una responsabilità inesorabile.
Il regime berlusconiano conta infatti su due guardia-spalle: il totalitarismo televisivo e la non-opposizione del Pd. Dar vita ad una nuova opposizione è dunque un compito improcrastinabile. Opposizione larghissima nel paese, assente in Parlamento.Ne va della salvezza, anzi della restaurazione, della stessa democrazia.Di fronte a tale compito, un mero congresso di “rinnovamento”, da parte dell’Italia dei valori, è meno di un’aspirina per curare un cancro.
Passare dal 7% al 9% non cambia nulla.
L’Italia ha un DISPERATO bisogno di una grande opposizione civile, di un grande Partito della Costituzione. Di una forza che può già ora raccogliere un italiano su quattro, e in un domani non lontano ambire alla maggioranza.
Mi domando perché Di Pietro tentenni ancora, di fronte alla strada maestra dello scioglimento del suo partito dentro un crogiuolo da lui stesso proposto e che veda co-protagonisti i movimenti della società civile, le lotte sindacali che si moltiplicano, le nuove generazioni “viola”, la cultura “azionista” e la scienza “illuminista”.
Caro Tonino, solo se avrai il coraggio e la lungimiranza di proporre questo Big Bang – per oggi, non per un fumoso domani – diventerai lo statista che puoi essere, e un’alternativa a Berlusconi". (Paolo Flores d'Arcais-Il Fatto)
"Caro Paolo, ho letto e riletto la tua proposta di sciogliere il partito dell’Italia dei Valori, pubblicata giorni addietro su Il Fatto. Siccome credo nella tua buona fede e nelle tue nobili intenzioni, dico “proposta” e non provocazione, come a prima vista potrebbe apparire la tua richiesta di scioglimento dell’unico partito che fa vera opposizione al governo Berlusconi e l’unico gruppo parlamentare chiaro nel linguaggio e determinato nell’azione (meriti che, peraltro, ci riconosci anche tu). Sì, lo so, tu hai scarsa considerazione della dirigenza di Idv a livello territoriale. Non voglio nascondermi dietro un dito, so bene che qua e là nel territorio non sempre le persone selezionate o “innestate” si sono dimostrate all’altezza del ruolo, ma sfido chiunque a fare quello che ha fatto Idv in appena 10 anni di vita. Siamo nati nel 2001 ed oggi siamo la quarta forza politica presente nel Paese e nelle istituzioni. A differenza di altri partiti, Idv non è stato costruito per “scomposizione e ricomposizione” di precedenti partiti e preesistenti smaliziate classi dirigenti. Abbiamo dovuto imparare a fare politica “cammin facendo”, trovando come compagni di strada quel che il territorio (o meglio la cosiddetta “società civile”) ci offriva: nella maggior parte dei casi persone per bene mosse da autentica passione civile, in qualche caso “finti buoni” se non addirittura “buoni a nulla”. Questi ultimi, man mano che ci accorgiamo delle loro incapacità o cattive intenzioni, li stiamo accantonando. Anzi, ti dirò di più e ti prego di credermi sull’onore: molte delle critiche che girano in rete non sono affatto spontanee ma sono alimentate proprio da quelle stesse “piccole persone” che, dopo aver dimostrato la loro incapacità di lavorare per la causa comune, si lamentano perché non vengono più tenute in considerazione.Questo non vuol dire che il partito deve restare così com’è. Tutt’altro! Proprio per questo stiamo facendo esattamente quel che tu proponi: fondare una forza politica nuova in grado di poter rappresentare in pochi anni il partito di riferimento di tutti quei cittadini che non vogliono più stare con gli occhi bendati e che si riconoscono appunto in modo integrale e radicale nei principi della nostra Costituzione, primi fra tutti i principi di uguaglianza e legalità.VOGLIAMO quindi passare al più presto – e vogliamo farlo ora che abbiamo sufficiente credibilità e forza politica – ad una nuova fase in cui l’originaria Idv da “soggetto esclusivo” diventi promotrice di un nuovo “soggetto plurale”, aperto a tutte le persone per bene e di buona volontà. Anzi, tutto questo lo stiamo già facendo come dimostrano le recenti candidature alle elezioni politiche ed europee e come stanno dimostrando le candidature alle prossime elezioni regionali.Stiamo lavorando per la costruzione di un “soggetto politico” in cui il partito “Italia dei Valori” - spersonalizzato nel tempo anche del mio nome – faccia da riferimento e catalizzatore per coloro che si avvicinano per la prima volta alla politica, ma anche per coloro che l’hanno già fatto e sono rimasti con le mani pulite. Sì, qui dobbiamo capirci: non tutti quelli che si definiscono “componenti della società civile” sono da prendere a modello (alcuni sono davvero impresentabili) e, viceversa, non tutti coloro che hanno già fatto politica sono da buttare (altrimenti faremmo un’ingenerosa di “tutt’erba un fascio” solo perché hanno militato in precedenti partiti).PER FARE dell’Italia dei Valori il partito di riferimento – dell’opposizione oggi, dell’alternativa domani – abbiamo dato vita ad una seria “fase costituente” con l’obiettivo di avviare il nostro partito ad una completa spersonalizzazione dello stesso. Fase costituente che si svilupperà (anzi, si sta già sviluppando) attraverso regolari e partecipati congressi, come si usa in tutte le moderne democrazie. La procedura prevede due fasi: dapprima individuazione e coinvolgimento della “base elettorale del partito”, quindi i congressi (nazionale e territoriali), in cui – proprio come dici tu, Paolo – tutti i vertici andranno rinnovati (o – consentirai – confermati, se la “rinnovata base” li riterrà ancora degni di fiducia).CHIUNQUE VOGLIA partecipare a questa fase congressuale può iscrivere il proprio nominativo nella nostra “anagrafe della base” entro la data delle prossime elezioni regionali (29 marzo 2010), accettarne i regolamenti e riconoscersi nel codice etico di cui ognuno può prendere visione sul sito Internet http://www.italiadeivalori.it/. Inoltre il 5, 6, 7 febbraio prossimo terremo un Congresso nazionale straordinario di Idv con lo scopo sia di approvare il “programma politico” di riferimento sia di eleggere i massimi organi nazionali del partito secondo le regole statutarie che potranno essere visionate nel sito Internet del partito. Abbiamo anche aperto il partito ai circoli e alle associazioni che – pur volendo mantenere la loro individualità – vogliono avviare con noi una proficua interlocuzione politica ed una comune azione programmatica. Da subito, abbiamo dato vita ai Dipartimenti tematici e quello sul lavoro è diventato oramai un punto di riferimento certo per tanti lavoratori e giovani senza lavoro né ammortizzatori sociali.Abbiamo messo al primo posto della nostra azione politica le battaglie per la difesa della Costituzione (anche raccogliendo un milione di firme contro il famigerato “Lodo Alfano”) e per la tutela dei diritti civili.Inoltre abbiamo avviato le procedure per la raccolta delle firme per due richieste di referendum al fine di abrogare la legge che prevede l’installazione di centrali nucleari e la legge che prevede la privatizzazione dell’acqua (almeno l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo vogliamo che restino diritti universali acquisiti e non a beneficio solo di chi può permettersi di pagare). Insomma e in conclusione, caro Paolo: l’Italia dei Valori sta già facendo ciò che tu gli hai chiesto di fare. Se vuoi, partecipa anche tu e aiutaci a costruire il partito nel miglior modo possibile perché, come tu sai bene, sugli spalti tutti si sentono arbitri e allenatori ma poi la partita la vincono o la perdono coloro che stanno in campo. Se vuoi aiutarci a vincere, scendi in campo anche tu!". (Antonio Di Pietro)
5 commenti:
Non sono d'accordo con Paolo Flores d'Arcais. Ciò che egli predica mi sembra una ricetta vetero-comunista, che contrasta con il movimentismo di questi tempi.
Il partito tradizionale, che vorrebbe restaurare Pierluigi Bersani, è ormai un 'pancotto' immangiabile.
Vedi ciò che sta accadendo in Puglia!
Sono certo che Di Pietro non gli darà retta, è troppo furbo!
Ma lo hai letto bene? E' proprio nella tua direzione che parla. Cioè unire in un unico crogiulo il partito Idv e tutti quei gruppi non ancora incanalati per formare una vera opposizione, pd escluso. Ma io lascerei la porta aperta ai fuoriusciti da tutti gli altri partiti e gruppi. Manca però un leader credibile, nuovo, giovane. Di Pietro non può andare. Ci vorrebbe forse un De Magistris o qualcuno del movimento viola, o qualcuno di noi... . E' così che la vedo.
Sai, in genere mi sforzo di leggere con attenzione gli articoli che poi posto sul mio blog, specie quando riguardano l'IdV.
In questo caso su IL FATTO QUOTIDIANO si contrappongo due articoli, uno di Flores d'Arcais ed uno di Gianni Vattimo, eurodeputato dell'IdV.
Non credo che tu li abbia letto, ma non è difficile, sono sul mio blog.
A differenza di Floris d'Arcais, che non ha la tessera dell'IdV, ciò che dice Vattimo, a cui poi Flores replica (sono questi i due post leggibili ancora oggi sulla mia home page) mi pare abbia maggior pregio, perchè mette sul chi va là Antonio Di Pietro su ciò che Flores d'Arcais gli propone dal sito di Micromega (ho postato anche questo articolo sul mio blog), evidenziando la fine miseranda che hanno fatto tutti i partiti tradizionali ormai privi delle idealogie tradizionali, definitivamente tramontate per la caduta del muro di Berlino e per la stagione di Mani Pulite, quando non sono stati capaci di trasformarsi in partiti movimentisti con una figura carismatica di riferimento, che nel PD non esiste più (Romano Prodi sembra avere rinunciato alla politica attiva nazionale).
Rinunciare ad una figura carismatica come Di Pietro per affidare le sorti di un partito nelle mani di Luigi De Magistris (eccellente magistrato, di grande rigore morale e di grande cultura umanistica) in una forma partito diversa (tale è l'IdV senza il nome di Di Pietro) è un salto nel buio.
A te piacciono i salti nel buio?
Credo di sì, visto che sei andato per molti anni in giro per terre lontane.
A me non piacciono e nemmeno a Di Pietro, che lo ha fatto chiaramente intendere a tutti.
Una IdV senza il nome di Di Pietro è un regalo a B., l'ennesimo.
Inoltre, i tantissimi delusi del PD (sono tanti sai) nel 2013 andranno a cerare una nuova casa.
A sinistra c'è solo quella dell'IdV.
quello di Vattimo l'ho letto dopo aver risposto a te. ho capito meglio anche il tuo punto di vista. io rimango del mio parere: allargare il fronte, con Di Pietro come manovratore, ma la faccia deve essere di qualcun altro: un giovane, che sa parlare, che rappresenti quella parte di Italia che ancora non è rappresentata nel nostro parlamento
A trovarlo? E non mi dire Luigi De Magistris! Non che non mi piaccia, anzi. Ma lo trovo piuttosto rigido, che è cosa diversa ed ulteriore rispetto al rigore morale, che non è nè deve essere disgiunto dalla prudenza. Io credo che al congresso del prossimo febbraio toglieranno il nome Di Pietro dal logo del partito, e tanto mi basta.
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