"Mi domando quali furibondi attacchi si sarebbero scatenati da ogni parte se il sottoscritto avesse snobbato, cosi come ha fatto il governo, l'invito del Capo dello Stato a rivedere una legge porcata.
Il Capo dello Stato ha chiesto al ministro della Giustizia, Alfano, di rivedere il disegno di legge sulle intercettazioni prima che approdi al Senato. Alfano ha fatto subito sapere che si, il ddl è modificabile, ma che "l’esecutivo va dritto per la sua strada, aprendo solo a qualche ritocco", vale a dire che vorrebbero fare solo modifiche di facciata. In sostanza hanno mandato a “spigolare” il Presidente della Repubblica che, pur di evitare “strappi istituzionali”, ha preferito convocare l’esecutivo prima di rifiutare la firma di una legge fatta su misura per delinquere in libertà.
Signor Presidente, lei sta usando una piuma d’oca per difendere la Costituzione dall’assalto di un manipolo piuttosto numeroso di golpisti. Oramai non è più possibile evitare lo scontro con un governo che ha agito esclusivamente nell’interesse di pochi, spesso di una sola persona, a colpi di fiducia, di cene carbonare, di vili attacchi verbali, negando la realtà, la crisi del Paese, insultando la dignità dei cittadini ed usando la menzogna come strumento sistematico di propaganda.
Affidarsi al buon senso della maggioranza accettando solo modifiche al ddl sulle intercettazioni non basta, bisogna ritirarlo. In una legge, dove il 90% del testo è da rifare, non si può parlare di ritocchi. E visto che chi ha fatto questa legge ha bisogno di quel 90% lo scontro è inevitabile.
La storia di questo governo ha insegnato che aprire linee di credito a questa maggioranza non produce alcun risultato, anzi. Quindi la legge va ritirata, poiché non interessa al popolo italiano, che non l’ha chiesta, non la vuole, e produrrebbe effetti devastanti e un aumento vertiginoso della corruzione e degli atti criminali". (Antonio Di Pietro)
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