giovedì 26 marzo 2009
Biotestamento. Non voglio macchine al mio funerale.
Quando sarà la mia ora lasciatemi morire in pace. Lo ho già detto ai miei figli. Non voglio macchine al mio funerale. Delle leggi di uno Stato stupido non ne voglio sapere. Lasciatemi morire in pace. Sono io e i miei familiari che decidiamo se e quanto vivere. Voglio essere seppelito al cimitero dell'isola di Gorgona, dove sono quasi tutti i miei cari. Laddove sferza il libeccio e il silenzio la fa da padrone. Se non dovesse esserci posto, non fa niente, fate del mio corpo cenere e disperdetelo nel mare circostante. Sarò contento lo stesso. Non voglio rimanere come una larva in un letto d'ospedale a fare da capro espiatorio a lanzichenecchi cristiani che lasciano morire centinaia di migliaia di persone per poi accanirsi contro chi non sa difendersi. Magari per una manciata di voti. Lasciatemi morire in pace. Non voglio macchine al mio funerale.
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3 commenti:
Pessimismo allo stato puro ! Ma dai, che pensieri ! E poi, lo sai che se passa questa sciagurata legge sul biotestamento, per accontentarti ci dovranno essere persone (non solo i tuoi figli) disposte a correre il rischio di essere incriminate per omicidio volontario: E allora ? Non ci pensare o se non ci riesci pensaci con serenità.
Sai, non sei il solo a pensarci, io me sono fartto una ragione.
Ciao.
Vedo che sei tornato alla vecchia foto e mi sostieni anche. Il primo. Non sono pessimista. E' proprio in biotestamento vero e proprio che volglio venga rispettato, a costo di autosuicidarmieutanasia o di dire ai miei figli di farlo loro se io non potrò. Ma non esiste da nessuna parte che io non possa decidere se vivere o morire in una mia volontà. Forse questi idioti, ignorante e prepotenti che stanno al governo vogliono che ce ne andiamo tutti per mettere la mano su tutta la marmellata. Non fanno che enormi cavolate. Siamo in mano a dei buffoni ignoranti. Che schifo!
Sì, mi piace cambiarle, lo faccio a rotazione.
Concordo con le tue valutazioni ed aggiungo che ormai in Italia siamo tornati al 1864, data in cui il papa regnante emanò una enciclica proprio su valori etici della vita.
Oggi ho sentito su Rai3 nella trasmissione, godibilissima, di Corrado Augias parlare dell'art. 7 della Costituzione dal Michele Ainis, cattedratico di diritto pubblico dell'Università di Roma 3 ed editoliarista de La STAMPA, che citava il pensiero di Costantino Mortati, il più grande costituzionalista del secolo scorso, morto nel 1985, il quale asseriva che il citato art. 7 Cost. era una norma straordinaria e 'a tempo'.
Nel senso che recepiva il concordato fra Stato e Chiesa del 1929, per cui la firma di un nuovo concordato avvenuta nel 1984, aveva fatto decadere la norma stessa.
Tesi affascinante, sulla quale non c'è concordia fra gli studiosi di diritto costituzionale ma che mi convince.
L'invadenza della Chiesa è motivata proprio da questa consapevolezza.
Ainis ha scritto un libro, intitolato "Chiesa padrona", che acquisterò e che credo debba essere letto.
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