sabato 14 febbraio 2009

Verso l'Eden.

"Che serata eccitante per gli ospiti del lussuoso club Eden, che, al grido di "Divertiamoci!" si addentrano nella vegetazione sulla spiaggia per dare la caccia al clandestino, sbarcato dalla solita carretta del mare e sfuggito all'arresto. E' una delle sequenze più forti di Verso l'Eden, insieme all'immagine del gruppo di curiosi armati di telefonini che fotografano due poveri corpi che la marea ha lasciato sulla sabbia. Verso l'Eden - che uscirà in Italia il 6 marzo con Medusa - è il film di Costa-Gavras, applauditissimo titolo di chiusura del 59mo festival di Berlino. E' la storia di Elias che arriva da chissà dove e che, braccato dalla polizia, vive una serie di incontri con l'indifferenza, la crudeltà e in qualche caso con la gentilezza di quelli che vivono nella parte privilegiata del mondo, spinto dal sogno di raggiungere Parigi. "Non è autobiografico, ma è un film molto personale. Conosco il dramma di chi è costretto a lasciare tutto quello che conosce per avventurarsi verso l'ignoto, spinto dal bisogno di sopravvivere", dice il regista, emigrato in Francia dalla Grecia per ragioni politiche. "E' un dramma del nostro tempo, ci riguarda tutti e, a rendere ancora più attuale il film, c'è la recente decisione della comunità europea, secondo la quale bisogna catturare i clandestini e rispedirli nel paese d'origine. L'Occidente, devastato dalla crisi, oggi non ha più bisogno di loro, li respinge. Purtroppo, leggendo i comunicati ufficiali, non figurano mai parole come "rispetto della dignità dell'uomo". La Francia è andata oltre, ha deciso che se i sans-papiers in attesa di regolarizzarsi denunciano un clandestino saranno compensati ricevendo subito i documenti per la cittadinanza. E' un invito alla delazione che trovo terribile".
Elias è Riccardo Scamarcio. Parla una lingua inventata, non si sa da dove viene. "Non gli ho dato una nazionalità per non legarlo a una storia concreta. Elias è un uomo e basta. Mi hanno fatto notare che Riccardo è bello. Perché i clandestini dovrebbero essere brutti? Non l'ho scelto per la bellezza. E' bravo, l'ho visto in Mio fratello è figlio unico e Romanzo criminale. Nel film parla poco, si esprime con il corpo e con lo sguardo, è un moderno Candide che scopre un mondo che non conosce. Nei suoi occhi c'è lo stupore e la fragilità di tutti i clandestini, che possono essere sfruttati da chiunque, sul lavoro, nel sesso. Non hanno scelta: consegnati alla polizia e rimandati in patria o accettare qualunque prepotenza". Verso l'Eden è una prova importante per Riccardo Scamarcio che ha accettato "la sfida di un ruolo quasi senza parole", con tutta "la felicità di lavorare con un maestro come Costa, uno di quegli incontri magici che il cinema ti regala". "Sono nato in Puglia, nel '92 ho vissuto da adolescente lo sbarco di massa che ci fu al porto di Bari, c'erano migliaia di Elias pieni di speranza. Molti, per la maggior parte albanesi, sono rimasti in Puglia, hanno attività, fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, vivono onestamente. Forse i media dovrebbero parlare anche di loro e non sottolineare sempre il negativo e alimentare l'ostilità", dice l'attore. Per il quale il film è stato anche un'esperienza umana: "Cercando di guardare il mondo che conosco con gli occhi di qualcuno ignaro, ho perso tutti quei pregiudizi che mi portavo dentro anche senza rendermene conto". (La Repubblica)

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