venerdì 13 febbraio 2009

Attacco al web.

Non c’è dubbio che il prossimo violento attacco all’informazione da parte di chi oggi guida il Paese sarà il web. Dopo aver messo sotto controllo quasi tutti i media, carta stampata e tv, se non si imbavaglia internet l’operazione di conquista dell’Italia non riuscirà. Ci sono già diversi imbarazzanti e pericolosi segnali, con leggine che si affacciano qua e là, sfuriate dei politici di mestiere, insofferenze non più sopportate. I diversi tentativi di utilizzare il mezzo da parte di chi vuole imporre la sua visione delle cose è fallito: sul web sei facilmente smascherato se c’è qualcuno che usa la sua testa. La tv e la carta stampata la subisci, soprattutto chi ha meno protezione e preparazione, dando le notizie che vuoi tu, ricattando i giornalisti di mestiere che non riescono più a firmare un contratto nazionale, trovando migliaia di mediatori pronti a vendersi per due o più soldi. Ormai in Italia l’informazione ha due facce, completamente contrastanti tra loro. Rendersene conto non è difficile. Basta fare un facile raffronto. Se leggete i giornali del giorno ed ascoltate i vari tg il mondo sembra che vada in un certo modo. Se aprite il computer e vi andate a cercare le notizie, le confrontate, guardate i media stranieri, leggete gli innumerevoli blog, emerge tutta un’altra visione di quello che sta succedendo intorno a noi. Sul web, infatti, non è possibile, come dice Riotta, mediare per gli altri ed imporre la propria visione, o meglio quella dei potenti di turno; ognuno si esprime liberamente, magari non proprio con tutte quelle nozioni di giornalismo e di sintesi che faciliterebbero la lettura, ma se sai scegliere che ampio panorama di sapere ti si para davanti.Al contrario accendere la tv oggi o leggere uno dei quotidiani tradizionali, sempre più spesso ti fa cascare le braccia e pensare che quella che leggi o vedi non è la realtà che percepesici attorno a te. E’ una realtà pilotata, edulcorata, provinciale, arretrata, mediocre, falsa, mirata, tesa a fregarti. Per questo, nei prossimi giorni l’attacco più virulento sarà quello al web. Se succeddesse spostiamoci sui siti fuori dall’Italia aspettando che questo tempo di furore passi e sperando che, allora, non arrivino addirittura a staccarci la luce.In realtà l’informazione in Italia ormai non esiste più. Esiste solo il web.
Ecco i primi segnali, dal blog di Antonio Di Pietro: "Il Senato, con voto contrario dell’Italia dei Valori, ha approvato l'articolo 50-bis del Ddl n° 773, un emendamento del senatore Udc Gianpiero D’Alia al pacchetto sicurezza varato dal governo. L’emendamento avvia “la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Nei fatti, se approvato, permetterà di reprimere la libertà di espressione e di opinione in Rete (approfondimento nell’articolo di Punto Informatico). Il reato di apologia e istigazione a delinquere è già previsto e punito dalla legge, chiunque ne venga accusato oggi viene processato e, se colpevole, condannato. D’Alia e i suoi mandanti non vogliono attendere il processo, né la sentenza, vogliono emettere subito il verdetto di colpevolezza obbligando i provider ad oscurare da subito il sito. Poi, chi se ne frega del processo.
Un emendamento antidemocratico e incostituzionale che cancellerà l’informazione in internet in un soffio equiparando l’Italia alle uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina e Birmania. L’emendamento sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come You Tube e Facebook in cui sparuti gruppi di fanatici “inneggiano” a Raffaele Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi. Quello di oscurare l’ultimo tassello dell’informazione, internet, che sfugge al controllo di Silvio Berlusconi monopolista dell'informazione privata e di Stato.
Mi domando perché non oscurare le reti Mediaset visto che inneggiano ad un assassino come Vittorio Mangano. Oppure perché non sciogliere la Lega di Umberto Bossi che istiga i padani ad armarsi di fucili contro “Roma ladrona” da cui i suoi dirigenti prendono un lauto stipendio.
Se questo golpe non si arresterà alla Camera scenderemo in tutte le piazze d’Italia. E ci rimarremo. Se l’emendamento D’Alia divenisse legge il mio blog, quello di Marco Travaglio, di Beppe Grillo, di Byoblu, di Daniele Martinelli, di Piero Ricca e di migliaia di altre voci libere della Rete, sarebbero oscurati. Questo è l’effetto, ed il vero obiettivo, di quell’emendamento carogna, ed il senatore D’Alia non lo nasconde".
Ecco cosa dicono invece a Facebook: "“E’ come bloccare tutta la linea ferroviaria perché in una stazione ci sono dei graffiti sconvenienti”. Facebook, dalla California e con qualche ritardo, replica all’approvazione dell’emendamento al decreto sicurezza o “emendamento D’Alia”, dal nome del senatore dell’Udc che l’ha presentato e fatto approvare anche dalla maggioranza (qui il servizio Bloomberg, in inglese). E lo fa rivendicando a sè una “policy” molto rigorosa sul trattamento dei contenuti illegali: “Noi prendiamo molto sul serio il problema dei contenuti che incitano alla violenza e ci adopereremo per rimuoverli”. L’emendamento del senatore D’Alia ha preso le mosse dal caso delle pagine inneggianti a Totò Riina apparse il mese scorso su Facebook. Ma la sua formulazione, che una volta approvata in via definitiva avrà forza di legge, prevede una procedura che viene ritenuta di fatto equivalente alla censura.
A rimuovere le pagine dovrebbero essere i provider, cioè le compagnie telefoniche, che verrebbero multate fino a 300 mila euro in caso di inadempienza o ritardo. Di fronte all’impossibilità al provvedimento - di reperire in tempi brevi il responsabile del singolo contenuto “criminale” (si può fare ma è pratica lunga e indaginosa) - il provider si risolverebbe alla chiusura temporanea ma generalizzata di tutto il sito o piattaforma. La misura si applicherebbe poi anche ad altri social network, come YouTube.L’argomento dell’industria internet - e di gran parte degli utenti della rete - è che questa misura contiene uno spirito censorio molto forte, che “butta il bambino con l’acqua sporca” e tenderà a colpire l’espressione libera degli utenti solo perché qualcuno sta compiendo un reato. E’ quanto ha detto ieri Marco Pancini, responsabile istituzionale di Google Italia, parlando di “legge ad Aziendam”, e chiedendo al governo di ascoltare la voce dell’industria digitale".

5 commenti:

ilgorgon ha detto...

Thank You. I saw your blog, made very well.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Però, elogi dall'Estero !
Io buon san valentino non te lo dico però.

ilgorgon ha detto...

Sono tutti ben accetti. Comunque, dall'Indonesia... . Sarà stato ingannato dalla mia foto di qualche anno fa. Ha un blog eccezionale, fatto benissimo.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sì, è ben fatto, poi la musica che si ascolta è molto suggestiva, esotica, usa strumenti originali, arrangiata molto bene con un'orchestra melodica fatta di archi, in prevalenza.
Per uno che ha l'istinto del viaggiatore come te deve essere irresistibile, io ti capisco e invidio il tuo peregrinare per il mondo, che non ho fatto e non posso più fare.

ilgorgon ha detto...

Beh, 71 anni non sono poi molti al giorno d'oggi. Viaggiare apre la mente, sempre che non si vada con i viaggi organizzati come pecoroni...