giovedì 22 gennaio 2009

La tv del premier.

Come molti, credo, ogni tanto guardo i canali generalisti, i sette di una volta intendo (Rai 1,2,3, Rete 4, Canale 5, Italia 1 e la 7). Quello che si vede sulla Rai è ancora sopportabile, anche se per lo più tristemente non interessante e occupato da qualcuno che dovrebbe fare i nostri interessi (si paga un canone), ma la disinformazione delle tre reti del biscione, del trash targato 'Grande Fratello' o altro, creazione di chi oggi ci rappresenta in Italia e nel mondo, è quanto di più volgare e disgustoso si possa immaginare. Un'operazione che tende sempre più a soddisfare i bassi istinti delle persone, a disinformarli, a farli diventare spettatori del vuoto con i programmi alla De Filippi o finti Vip del nulla tracimato da una telecamera. Io so bene che questi programmi sono guardatissimi perchè vanno a toccare il soddisfacimento immediato insito in tutte le persone. Chi non è in grado di proteggersi da questo lerciume che piove addosso a chi guarda, pubblicità compresa, non è più un uomo pensante, ma un ignaro vuoto contenitore dove chi sa inculca quello che vuole. Questa operazione fatte sulle reti del premier, ora che è a Palazzo Chigi, verranno fatte anche alla Rai, sempre id più, finché l'imbeccillimento sarà totale.
Ecco un altro commento apparso su www.agoravox.it: "ll momento storico in cui viviamo si caratterizza per essere "acefalo", privo di qualunque autorità. Si nega l’autorità dei padri nelle famiglie, quella dei medici negli ospedali, quella dei professori nelle scuole. Nessun modello è, ormai, riconosciuto come credibile. Non solo dalle giovani generazioni, cresciute a merendine Kinder e reti Mediaset, ma anche dagli adulti, i genitori. Regna, in Italia, una perdita totale di capacità critica. Il menefreghismo è dilagante e va a braccetto con un nichilismo privo di fondamenta e di speranza.E’, il nostro, un paese che tace di fronte alle prepotenze di Genova, le botte della polizia e le assoluzioni dei processi. Ed è lo stesso paese che si indigna e manifesta solo quando viene toccata la casta, la proprietà che si ritiene dovuta e legittima e che tace mentre migliaia di tassinari protestano contro la liberalizzazione delle licenze. Cosa c’entra Maria De Filippi in tutto questo? C’entra eccome. Perché è anche sua la responsabilità di questa perdita di autorità. Sua e di chi, ancora, le consente di imperare nella televisione italiana. Di chi le permette di occupare un intero palinsesto con trasmissioni dai grandi ascolti ma nessun contenuto. Amici, più di Uomini e Donne, più di C’è posta per te, è dannosa e diseducativa. Lo è perché il suo pubblico è soprattutto composto da adolescenti, ragazzi in crescita, quindi, più facilmente influenzabili dalla televisione e dai suoi contenuti. Quando, in una trasmissione che rappresenta una scuola, si permette agli studenti di rispondere ai professori, come si può impedire che nelle classi di una scuola vera non lo si faccia? Amici ha fondato i suoi ascolti ed il successo proprio su questo, sulle liti fra professori e studenti e ne ha fatto, quindi, il proprio tratto distintivo. La principale caratteristica del programma, perché non ci vengano a dire che ce ne sono altre, è una delle cause che porta, nelle classi italiane, gli studenti ad ignorare l’autorità dei professori. Se lo fanno in televisione, perché non dovrei farlo anche io? Lo faccio perché lo fanno in televisione. Lo faccio perché un professore, con mille euro al mese, è un perdente e, per essere un vincente non serve sapere, studiare e faticare. È sufficiente andare in televisione ed essere uno di quelli che ce la fa. E per farcela basta essere più spregiudicati degli altri, non necessariamente più bravi".
Possibile che nessuno alzi un dito, possibile che si debba vivere in questo tipo di situazione? Napolitano, opposizioni, teste pensanti, diciamo basta a questo mondo di cartapesta, nani e ballerine che hanno preso il posto della bellezza e della verità. Alziamo la voce affinché questo stato di cose trovi una fine prima che ci sommerga tutti.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sono d'accordo, eccome se lo sono ! Napolitano poi è per me una delusione totale, uomo di cultura, uomo di pensiero, ma anche uomo della indecisione e del silenzio, si è mosso solo quando la vicenda della Procura della Repubblica di Salerno ha lambito e stava per arrivare al cuore della gestione amministrativa dell'ordinamento giudiziario e del suo organo di autogoverno, il C.S.M., del quale è presidente.
Non mi piaciuto per niente.
Non lo sento più come mio presidente, non mi rappresenta più.