Oggi ho letto sul "Corriere della Sera" l'accanimento di tutti i poteri precostitutiti sul magistrato De Magistris (omonomia di magistero?!?). Sono sbalordito, indignato e stupito. Senza scordarmi che il capo della magistratura è sempre il nostro presidente Napolitano (vice Mancino...) mi chiedo di quale giustizia parliamo in Italia. Qui ci vuole una rivoluzione. Qui di seguito l'articolo che riporta le varie iniziative disciplinari contro De Magistris, dove gli inquisiti diventano inquisitori, che ieri è stato anche sottoposto ad interrogatorio da Rutelli, anche lui nominato nelle sue inchieste. Insomma, il cerchio politico-economico-mediatico di destra, sinistra e centro si sta mangiando l'Italia mentre noi stiano a guardare. Onore a questi magistrati coraggiosi su cui si stanno scagliando fulmini e saette del potere malavitoso precostituto mascherato da democrazia.
"Il 20 febbraio prossimo sarà giudicato dalla sezione disciplinare del Csm per aver dato un' «abnorme delega di indagini» al consulente tecnico Gioacchino Genchi. Ma i guai per l'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris - che proprio oggi è stato ascoltato dal Copasir sulla vicenda dell'archivio del suo perito - potrebbero non essere finiti, visto che il Csm si appresta a segnalare altri suoi comportamenti ai titolari dell'azione disciplinare, e cioè al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione. La Prima Commissione di Palazzo dei marescialli ha infatti approvato nelle scorse settimane una proposta che chiede al plenum di trasmettere una parte dei propri fascicoli sul magistrato ad Alfano e al Pg Esposito. Fascicoli che la Commissione - che ha come unico strumento di intervento sui magistrati il trasferimento d'ufficio - intende archiviare prendendo atto del fatto che De Magistris è già stato allontanato da Catanzaro e che non fa più il pm, ma il giudice al tribunale di Napoli in esecuzione di una condanna disciplinare dell'anno scorso. Le vicende per le quali i consiglieri di Palazzo dei marescialli intendono investire il ministro e il Pg della Cassazione si riferiscono tutte al periodo in cui De Magistris era ancora a Catanzaro. Una, risalente a due anni fa, riguarda la pubblicizzazione del decreto di perquisizione a carico del Pg di Potenza Vincenzo Tufano nell'ambito dell'inchiesta sulle Toghe Lucane, oggetto di un'indagine da parte della procura di Matera, che ha indagato diversi giornalisti e il capitano dei carabinieri Zacheo. Tra i cronisti finiti sotto inchiesta c'è Carlo Vulpio del Corriere della Sera, che ricevette il decreto su Tufano da Zacheo,il quale a sua volta lo aveva avuto per posta elettronica da De Magistris. L'altra invece è sui contrasti con il procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone, che lamentava che anche dopo l'avocazione dell'inchiesta a De Magistris dell'inchiesta Poseidone, questi avesse continuato a svolgere un' attività di indagine parallela in violazione dei criteri di assegnazione dei fascicoli. La terza vicenda ha per oggetto un esposto al Csm dell'avvocato Massimo Dinoia, che stigmatizzava il comportamento dell'allora pm di Catanzaro in un procedimento che riguardava due suoi assistiti: in particolare, secondo il legale il magistrato aveva continuato a indagare su di loro anche dopo che il Pg della Cassazione aveva dichiarato la sua incompetenza, modificando il titolo di reato. Intanto un fascicolo «atti relativi», ovvero senza per il momento notizie di reato nè indagati, è stato aperto dal procuratore della repubblica di Roma Giovanni Ferrara dopo l'invio da parte della procura generale di Catanzaro dei faldoni riguardanti il cosiddetto archivio Genchi. A piazzale Clodio sono giunti, infatti, i faldoni riguardanti le migliaia di contatti telefonici e records raccolti dall'ex consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris durante l'inchieste Why Not e Poseidone, inchieste poi avocate dalla procura generale di Catanzaro dopo i provvedimenti disciplinari adottati dal Csm nei confronti dello stesso De Magistris".
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