sabato 24 gennaio 2009
Immigrati. Quando un governo naviga a vista.
Ci sarebbe da ridere se non si trattasse di cose tragiche. La vicenda dei centri per immigrati di Lampedusa la dice lunga sulla preparazione di questo governo in materia. Per non parlare poi del rilancio dell'impiego di altri militari nelle nostre città. Si continua così a mettere benzina sul fuoco, dando la caccia allo straniero per nascondere le proprie incapacità e i veri problemi che stiamo attraversando. Addirittura un esponente della Lega, il nostro ministro dell'Interno Maroni, volerà in Tunisia per vedere il presidente Alì e concordare una condotta comune per arginare un fenomeno che non può essere arginato, perché viene originato proprio da noi, dalle nostre economie e dai nostri consolati all'estero, fucina di raccomandati incapaci. Se fossi il leader tunisino metterei il nostro ministro nelle carceri di Tunisi, solo per il fatto di come il suo partito parla di loro, dei maghrebini, di tutti quelli che non sono italiani, dei musulmani, di come tratta il problema di tanti esseri umani, che vieta addirittura le manifestazioni davanti ai sagrati. E dulcis in fundo, mentre lampedusani ed immigrati si uniscono per gridare allo scandalo, il premier da un'altra isola, in Sardegna dove ha le sue ville e fa propaganda elettorale in prima persona contro lo scomodo Soru pur essendo il primo ministro di tutti, rilancia l'impiego dei militari in nome di un'insicurezza che lui stesso provoca. Non restano più parole per descrivere in quale disgrazia il nostro Paese è scivolato, Napolitano permettendo.
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2 commenti:
Bene, vedo ci dai sotto a tutta birra !
Scherzo, ma non è uno scherzo ciò che sta accadendo a Lampedusa, che è uno specchio di ciò che si verifica in tutta la nostra nazione.
Bobo Maroni non sa che pesci prendere e a fronte di un intensificarsi del fenomeno dei disperati che rischiano la morte (e ne muoiono in tanti) per sfuggire ad una vita di provertà, di miseria, di fame (fenomeno che spocchiosamente e nel filone della politica delle promesse elettorali e degli annunci cui non segue la sostanza, si affermare come risolto) tenta ripetitivamente ciò che altri prima di lui hanno tentato, sempre con governi di centro-destra, inutilmente.
Ricordo il prefetto Alessandro Pansa mandato a contrattare con l'ineffabile Gheddafi, senza costrutto.
E poi il Nostro in pompa magna impegnare l'Italia a pagare risarcimenti miliardari alla Libia: abbiamo visto con quali (non) risultati.
Quanto alla mala gestione o peggio delle nostre strutture consolari, non mi soprende più di tanto.
La nostra economia, pur in sofferenza com'è oggi nel quadro della recessione economica, è pur sempre come l'El Dorado dei secoli scorsi, un po' meno fantasioso ma ugualmente capace di attrarre come la Terra Promessa per gli ebrei dopo la diaspora.
Condivido il tuo dolente sarcasmo.
Se non fossi italiano farei quello che noi facciamo agli altri in ogni Paese del mondo, e cioè contro ogni italiano all'estero adotterei gli stessi pesi e misure che usiamo noi per capire cosa significhi essere trattati come non essere umani: malainformazione, ghettizzazione, razzismo, non rispetto, leggi contro, impedire la preghiera e via dicendo.
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