lunedì 19 gennaio 2009
Agoravox, il nuovo giornalismo.
"Agoravox nasce in Francia nel 2005 da un’idea di Carlo Revelli che sentiva una discrepanza tra l’opinione pubblica e quella dei politici e dei media mainstream in merito al referendum sulla Costituzione Europea. Sul Web circolavano voci fermamente contrarie alla Costituzione che prevedevano una sconfitta del Sì. AgoraVox nasce, anche, da un avvenimento tragico : lo Tsunami 2004. Il flow d’informazione non era gestibile attraverso i media tradizionali e il mezzo di comunicazione privilegiato divenne il Web. I nomi degli scomparsi, dei feriti, le immagini, trovarono nella rete l’unico supporto valido. Decise, quindi, di fondare un giornale partecipativo. L’edizione francese, oggi, conta un milione di visitatori unici al mese e 35000 "reporter" che sottopongono degli articoli. Tra loro circa 1000 moderatori, votano gli articoli off line e quelli più interessanti sono pubblicati. Dopodiché gli utenti votano gli articoli on line e in base alle preferenze e al numero di commenti un articolo sale o scende sulla home. I moderatori sono utenti “scelti” dalla community. Si tratta di reporter che hanno pubblicato almeno 5 articoli e hanno ottenuto un voto positivo da parte dei lettori . In Francia siamo, classifica Wikio, il secondo medium più citato su Internet dopo Le Figaro. Da Giugno AgoraVox é una Fondazione indipendente per evitare possibili derive aziendalistiche e/o politiche consentendoci di preservare la nostra indipendenza. AgoraVox ha per vocazione la libera diffusione delle informazioni provenienti dai cittadini. Gli articoli sottoposti sono sistematicamente esaminati e verificati da una redazione composta da vari moderatori. Tutti gli internauti che hanno pubblicato 5 articoli possono diventare moderatori. I moderatori voteranno ogni articolo in funzione della sua attualità, della sua pertinenza e, sopratutto, della sua originalità, motivando il voto con un breve commento. Ogni articolo é letto da vari moderatori ed é pubblicato al raggiungimento del quorum necessario di voti. La moderazione serve a tutelare una politica editoriale che favorisca la partecipazione, garantendo la qualità e la veridicità dell’informazioni. Per ragioni di responsabilità giuridica, in funzione dei voti, la pubblicazione o meno di un articolo é finalizzata, esclusivamente, da personale AgoraVox che: verifica che i voti rispecchino la politica editoriale; raccoglie i voti e commenti e invia e-mail all’autore in caso di rifiuto; realizza la disposizione degli articoli e avverte l’autore in caso di pubblicazione. Un articolo si affronta, quindi, 3 filtri differenti che hanno la funzione di assicurare un’informazione di qualità su AgoraVox: 1- L’articolo é votato dai moderatori. 2- Se l’articolo ha ottenuto il quorum necessario di voti approvanti la sua pubblicazione, la redazione centrale di AgoraVox fa le ultime, necessarie, verifiche, controlla eventuali problemi di natura giuridica, finalizza l’impaginazione e mette on-line l’articolo 3- Quando l’articolo é on line ogni lettore agisce da filtro, può votare e, soprattutto, é libero di commentare e apportare correzioni e informazioni complementari. 4- Se avete pubblicato 5 articoli su AgoraVox potete, dunque, partecipare a questa moderazione. Passando allo statuto di reporter a quello di moderatore e acquisite diritti di verifica sugli articoli proposti in tutte le rubriche. 5- Il moderatore ha il vantaggio di avere una visione d’insieme sulla procedura di verifica e una conoscenza dei testi rifiutati : ha una responsabilità nella scelta degli articoli". (dal sito www.agoravox.it)
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4 commenti:
Ho letto la lettera di Carlo Revelli, indirizzata al Direttore del Corriere della Sera.
L'argomento era la presunta partenità di Carlo Caracciolo, editore di Repubblica, di recente scomparso, e degli strascichi ereditari.
L'ho trovata una lettera molto dignitosa, ivi si accennava a Agoravox [la voce dell'agorà (piazza principale delle città greche in cui si esercitava il governo)].
Roba da specialisti, una felice intuzione di Carlo Revelli, non fa per tutti, certo non per me.
Sì l'ho letta anch'io. Stimavo Caracciolo e il figlio mi sembra della stessa pasta. Fra l'altro io ho una situazione familiare simile. Comunque, proprio persone come te dovrebbero farsi avanti per scrivere su quello, che secondo me, sarà il giornalismo del futuro, non più filtrato dal potere e solo da pochi. Io anticipo le tendenze, purtroppo di troppi anni avanti... .
Dai, Antonio ! Ho 71 anni ! Non è un po' troppo tardi ?
Non è mai troppo tardi. Eppoi hai lo spessore di chi possa dire qualcosa di significativo.
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