Voglio iniziare a raccontare, magari a puntate nel tempo libero, la mia Africa. Ne ho sentite tante su questo splendido Continente che credo di avere le carte in regola per parlarne senza la superficialità di un viaggio mordi e fuggi del turismo organizzato, o dei libruncoli alla Veltroni, dei viaggi sofisticati alla Moravia o dei film biancovestiti.
Dopo l'Italia, infatti, è dove ho trascorso più anni della mia vita, quelli più felici tra l'altro: due anni in Zaire tra il 67 e il 69, dove lavoravano i miei genitori e andavo a scuola dei gesuiti a Kinshasa, sotto Mobutu; sei anni in Costa d'Avorio tra il 1994 e il 2000; diversi viaggi nel Sahara, Tunisia, Algeria, Marocco, Niger, Mali, Ghana, Burkina Faso, Liberia, Togo e Benin. Eppoi sono stata fidanzato con un ragazza del Marocco, Miriam, per diversi anni, e sono sposato con una donna ivoriana dal 2001, Christine, da cui ho avuto tre splendidi bambini. Credo di aver qualche titolo per parlare di questo Continente, anche se non potrò mai viverlo come lo sperimentano gli stessi africani. Come mi ripete spesso la mia consorte quando tento di raccontare ad altri, davanti a lei, della mia esperienza africana: "Tu dell'Africa e degli africani non hai proprio capito niente!".
Sento di doverlo a tutte quelle persone che vengono giornalmente sfruttate, mal comprese, condannate, giudicate e condannate da noi del cosiddetto "primo" mondo, ricco di informazioni ma povero di conoscenza.
Innanzitutto va sfatata e distrutta l'equazione Africa=povertà. L'Africa sarà carente di alcune risorse come l'acqua, i beni, i medicinali, le tecnologie e via dicendo. Ma è ricca di tanto altro: ha materie prime, ha dignità, ha la natura, ha la spontaneità, ha la danza, ha la musica, ha il rispetto e tante altre belle cose.
Con i dovuti distinguo l'Africa non sono le baraccapoli metropolitane o i bambini denutriti che i nostri media ignoranti ci mostrano, nè sono quell'immagine che i missionari cristiani vogliono farci credere per rimpinguare le loro casse e le loro pancie, nè sono i bambini adottati a distanza per la vanesia delle nostra ipocrita società.
Con i dovuti distinguo l'Africa non sono le baraccapoli metropolitane o i bambini denutriti che i nostri media ignoranti ci mostrano, nè sono quell'immagine che i missionari cristiani vogliono farci credere per rimpinguare le loro casse e le loro pancie, nè sono i bambini adottati a distanza per la vanesia delle nostra ipocrita società.
Il vero volto di questo Continente, dove tra l'altro le metropoli sono esattamente come le nostre, sono i villaggi e le etnie dove, anche se mancano tante cose materiali, ma dove c'è equilibrio, pace e armonia tra gli esseri umani, la natura e gli animali. Qui le vere religioni non sono quelle dei grandi numeri, ma l'animismo, un tutt'uno tra uomo, terra e divinità.
Insomma, cari lettori, l'Africa è ricchissima e le sue donne sono, per me, le più belle del mondo. E' qui che nasce l'ospitalità, la voglia di ridere, il viver di niente, la famiglia naturale e chi più ce ne ha ce ne metta.
Qui, laddove non sono arrivate le cattive influnze dei bianchi predatori, la donna è al centro di tutto: della vita, dei figli, della ricchezza e della povertà. Ma qui entriamo nel personale, ne parlerò un altro giorno.
Nessun commento:
Posta un commento