martedì 18 dicembre 2007
Non chiamatelo "Venerdì".
La Corte di Appello del genovese ha impedito con una sentenza a due genitori di chiamare un bambino "Venerdì. "Un nome ridicolo", hanno detto sintetizzando la ridicola sentenza. Perchè secondo questi ridicoli giudici ricorda il "Venerdì" di Robinson Crosuè e il bambino sarebbe stato sbeggiato in classe e all'oratorio. "Dovete chiamarlo "Gregorio" ha puntualizzato chi interpreta malamente la legge, perchè è il santo di quel venerdì.
In questo episodio viene espressa l'ignoranza di noi italiani e la forzatura del cupolone che ormai non ha confini.
Innanzitutto, il nome della settimana ad un bambino viene dato non solo nel romanzo da noi italici conosciuto, ma da centinaia di culture diverse dalla nostra. I miei bambini, nati in Costa d'Avorio, si chiamano anche lunedì e proprio venerdì. Imporre poi un nome cattolico è una forzatura bella e buona, dopo la prima forzatura di impedire a due genitori di chiamare il proprio figlio come meglio credono.
E tutti sanno che in giro c'è di peggio che chiamarsi venerdì e domenica. Per esempio essersi dati i nomi di personaggi di soap opera televisive tipo "Dinasty" o di roditori dei cartoni animati.
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