mercoledì 30 aprile 2014

Firma per permettere ai gorgonesi di vivere nelle loro case


Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Siamo arrivati all'interdizione di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa finché l'isola sarà spopolata come Pianosa e diventerà completamente chiusa ai civili. Sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti con l'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Siamo arrivati a 106 adesioni.
Per firmare clicca qui sotto:

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 86 adesioni.

sabato 26 aprile 2014

Religione cattolica, una cattiva ed ipocrita panacea ci sta portando fuori strada

Quattro papi. Due che fanno santi altri due. Diecimila poliziotti italiani per loro. Roma militarizzata per l'evento. Venticinque ambasciatori a presiedere la cerimonia, anche i più despoti.
Ma perché una sola religione deve monopolizzare la vita di tanti cittadini in uno Stato laico?
Vogliamo una volta per tutti guardare in faccia questa religione fatta di tanti soldi e di tanta ipocrisia.
Una religione che forza dei neonati a battezzarsi perché altrimenti non apparterebbero al regno del loro dio. Una religione che non ha più niente a che fare con quel Cristo povero che predicava la povertà e l'amore.
Una religione che poggia la sua forza sulla paura del dopo vita.
Una religione che ha come immagine una persona su una croce.
Una religione fatta di uomini e donne vestite di nero, molte delle quali mantenute da noi, che non si sposano, che spesso aprofittano dei nostri figli.
Una religione ricchissima che distribuisce briciole di carità senza un vero lavoro.
Una religione che ci impone un crocifisso nei tribunali e nelle classi dei nostri figli.
Una religione, l'unica, che viene addirittura insegnata nelle nostri classi.
Ma chi sono questi papi, questi cardinali, questi preti sfarzosi, che poi fanno finta di essere poveri con un Papa semplice?
Dove sono questi santi in un cielo inventato, queste visioni di madonne finte, questi miracoli per i creduloni di turno?
Veramente qualcuno può credere che c'è un mondo nei cieli, un giudice dopo le nostre morti, un giudizio dopo la fine della nostra esistenza?
Ma come si fa a credere a simili fandonie? Come fanno milioni di persone a credere a tali idiozie ed addirittura ad imporle ad altri?
Forse è l'ora che il mondo, che le persone si sveglino una volta per tutte da questo torpore ipocrita che condiziona così tanto la bellezza e la verità di questa vita.

Gorgona da salvare! Firma le due petizioni!


Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Siamo arrivati all'interdizione di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa finché l'isola sarà spopolata come Pianosa e diventerà completamente chiusa ai civili. Sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti con l'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Siamo arrivati a 106 adesioni.
Per firmare clicca qui sotto:

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 86 adesioni.

martedì 22 aprile 2014

La ruota del tempo

I vecchi di oggi
sono i giovani di allora.
Sagome ingrigite
che si ritenevano immortali
camminano a fatica
sui sampietrini sbilenchi.
Passano le loro giornate
davanti ad uno schermo vuoto
che uccide le loro virtù.
Tenuti in vita da pensioni irrisorie
alimentate dal debito,
vivono male
pur di non morire senza sapere.
La paura alimenta la falsa credenza
che lucra sulla fede cieca,
inutile.
La ricchezza
passa di man a mano
senza che il nuovo
possa entrare
a banchettare.
Il giovane immortale di un tempo
cammina a fatica
avvicinandosi all'oblio
mentre forze nuove
girano la ruota del tempo.

Firma per liberare l'isola di Gorgona dalla burocrazia


Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Siamo arrivati all'interdizione di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa finché l'isola sarà spopolata come Pianosa e diventerà completamente chiusa ai civili. Sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti con l'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Siamo arrivati a 104 adesioni.
Per firmare clicca qui sotto:

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 85 adesioni.

lunedì 21 aprile 2014

Metempsicosi

Ieri, dopo tanto tempo, sono tornato in una chiesa.
Anzi una cattedrale.
Dio, come allora, non c'era.
Non c'era nemmeno nella moschea.
E nemmeno nella sinagoga.
Non c'era nemmeno dentro di  me dalla conoscenza perfetta.
E nemmeno nel tempio e nel corpo del buddista zen.
Non c'era nemmno nei riti animisti del villaggio.
C'erano solo le nostre paure.
Anzi c'era, ma io non lo vedevo.
Ma non era lì.
Era tutto intorno e dentro di me.
Lo percepivo, lo intuivo, ma non riuscivo a parlarci.
Io non ero, o non avevo coscienza.
Io ero, ma non avevo coscienza.
Io sono, ma sono solo.
Io non sarò e non so se sarò con Lui o Lei.
Vago in cerca di cibo per me, la mia donna e i miei figli.
Vago, come sempre e come milioni di anni fa.
Ho costruito e non è servito a nulla.
Non ho costruito, ma ho freddo e il caldo mi opprime.
Vago senza meta, assaporo senza conoscerla la bellezza.
La grazia appare e scompare.
Siamo rimasti solo in sei miliardi.
Migliaia e migliaia sono passati senza lasciare traccia.
Scomparsi. Dove?
Dove andrò anch'io?
Dove?
Perché?

sabato 19 aprile 2014

Buona Pasqua a chi può tornare alla sua terra!

"Non si è di nessun posto finché non si ha un morto sotterra". Questa frase incontrata in "Cent'anni di solitudine" mi ha dato una definizione carnale dell'appartenenza. Si è di un posto quando quel suolo e' stato scavato per ospitare il corpo di un congiunto. Quella terra diventa abitata da una radice". "Grazie americano del sud per la tua formula della cittadinanza", dice lo scrittore Erri De Luca. Questo belpensiero di Garçia Marquez viene negato a me dallo Stato per ragioni sconosciute.

giovedì 17 aprile 2014

Come impedire ad un gorgonese di andare a casa sua. Succede all'isola di Gorgona dove un ministero, quello dell'ingiustizia, con dei pretesti su carta intestata, vieta lo sbarco ai discendenti degli antichi pescatori per impossessarsi dell'isola. Inutili per ora le richieste di giustizia. Dal castello di Kafka nessuno risponde. Firma per restituire l'isola di Gorgona alla civiltà


Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Siamo arrivati all'interdizione di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa finché l'isola sarà spopolata come Pianosa e diventerà completamente chiusa ai civili. Sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti con l'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Siamo arrivati a 104 adesioni.
Per firmare clicca qui sotto:

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 85 adesioni.

sabato 12 aprile 2014

Lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando:"Voglio poter andare a casa mia all'isola di Gorgona!" Firma per chiudere il carcere e il rigassificatore



"Gentile Andrea Orlando, Le scrivo come attuale ministro della Giustizia e quindi responsabile anche della colonia penale dell'isola di Gorgona. Mi chiamo Antonio Brindisi, sono un giornalista di origine gorgonese, dove da più di 200 anni la nostra famiglia risiede nel paese degli antichi pescatori e dove oggi mi viene impedito di vivere con mia moglie, mia madre e i miei tre figli. Le scrivo affinché intervenga contro le palesi ingiustizie perpretate nei miei confgronti. Essendo io da tempo organizzatore della rinascita del paese di Gorgona, che sta scomparendo a causa del carcere presente sull'isola e dell'incuria del Comune di Livorno a cui appartiene, sono  ormai da anni, come a qualcuno è successo prima di me, oggetto di attacchi pretestuosi da parte del Dap di Firenze, dall'amministrazione penitenziaria dell'Isola e da altri enti, affinché il paese degli antichi pescatori sia spopolata e diventi un'altra Pianosa. Dopo la chiusure del sito su Gorgona, il tentativo di levarmi la casa demaniale, la perdita di lavoro di mia moglie alla mensa della polizia penitenziaria, l'impossibilità di sbarcare perché la nave Toremar non viene fatta passare ed altri soprusi di diverso genere, il Dap di Firenze mi ha interdetto addirittura l'accesso all'isola, alla mia casa, alle mie cose e ai miei affetti. Il tutto senza una vera comunicazione ufficiale, con motivazioni non provate ed addirittura inventate, con una serie di denunce verso la mia persona totalmente infondate ed ancora oggetto di giudizio. Questo, inoltre, mentre mi sono costituito come gorgonese residente parte civile nel processo dei bidoni tossici della Grimaldi a Livorno, un'udienza che vedeva coinvolto anche il suo ex ministero dell'Ambiente, che ha visto il giudice astenersi per la mia presenza.
Un miscuglio di argomenti e situazioni che mi vedono protagonista civile contro uno Stato kafkiano impersonificato dal ministero di Giustizia che Lei oggi presiede, il Dap di Firenze, la colonia penale di Gorgona e la Procura di Livorno. Come cittadino, come gorgonese, Le chiedo di intervenire affinché cessi questa ingiustizia e venga ristabilita una giusta convivenza tra carcere e gorgonesi sull'isola, che ci permetta di avere delle attività economiche sull'isola e che salvi il paese da una sua definitiva scomparsa".



Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Siamo arrivati all'interdizione di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa finché l'isola sarà spopolata come Pianosa e diventerà completamente chiusa ai civili. Sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti con l'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Siamo arrivati a 104 adesioni.
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 85 adesioni.

Capocion


mercoledì 9 aprile 2014

Lo Stato ci impedisce di accedere alle nostre case all'isola di Gorgona. Firma per fermare questa ingiustizia e salvare i gorgonesi


Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale gli ultimi abitanti è ormai carta straccia. Siamo arrivati all'interdizione di accedere al proprio luogo di residenza e alla propria casa finché l'isola sarà spopolata come Pianosa e diventerà completamente chiusa ai civili. Sono stati anche di nuovo interrotti i collegamenti con l'isola.
Bisogna fermare questo Stato famelico ed incompetente, che passa sopra la vita e gli affetti dei suoi cittadini.
Siamo arrivati a 104 adesioni.
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 85 adesioni.

domenica 6 aprile 2014

Non votate Andrea Romano di Scelta Civica e Scelta Europea. E' solo un'ipocrita!

Andrea Romano è mio cugino di primo grado, figlio della sorella di mia madre. E' un voltagabana, passato dall'estrema sinistra fino alla destra liberale (dicono loro). E' uno che pensa di saperne più degli altri, quello con la spocchia alla Monti, ma senza modestia. Cerca solo di salire sul carro dei privilegiati, sacrificando tutto e tutti. Da anni non si degna nemmeno di parlare con i suoi familiari, tutto preso dalla sua ascesa sociale. A questo signore piace tanto andare in tv a farsi vedere ed ogni occasione è quella buona per apparire insieme a quei politici che ameremo mandare a casa per sempre. Ma lui no, in ritardo sui tempi, al contrario vuole essere come loro, vuole che tutto rimanga come sempre per poter far parte di quella casta di parassiti e parvenu che ci continueranno a derubare contando sulla semplicità della gente. Vuole anche lui farsi chiamare professore ed onorevole per dare ai gonzi quelle briciole di conoscenza che altri non hanno avuto.
Quando questo personaggio, a cui volevo bene e che ho visto crescere, ti dà una mano, te la concede, ma dall'alto in basso. Se sei un giornalista e gli chiedi un aiuto per il lavoro, lui ti trova un impiego da netturbino. Se chiedi per tua moglie, che è cuoca ed ha avuto dei ristoranti, gli trova un lavoro per fare le pulizie da alcuni suoi amici 'altolocati'.
In questi ultimi giorni di estrema difficoltà sono passato per parlarci diverse volte alla Camera a Montecitorio, dove è stato eletto nell'esigua compagine di Scelta Civica di Monti. Inutilmente perché si è sempre fatto negare. L'ha messo lì Luca Cordero di Montezemolo, per il quale dirigeva la sua fondazione di giovani liberali italiani 'più bravi degli altri'. Quelli che studiano alla 'Bocconi', o simili, alla faccia di chi non può permetterselo. Credeva, insieme a Monti, di rappresentare il centrodestra, ma si sono ritrovati con un pugno di mosche e non li può più vedere nessuno. Anche se loro insistono, pensando di essere di essere più intelligenti e bravi degli altri, senza accorgersi che rappresentano solo se stessi e i loro privilegi di parvenus.
Non abbiamo bisogno di loro. Abbiamo solo bisogno di svegliarci ed andare tutti ad occuparci della cosa pubblica, di ciò che ci appartiene.
Dopo la laurea, questo signore, che tanto aiuto ha avuto da mia madre sulla cultura, si fa raccomandare per entrare alla Fondazione 'Gramsci', a Livorno dov'è nato. Da lì, traversando i canali della sinistra, arriva a dirigere la fondazione di D'Alema 'Italiani Europei' a Roma. Si sposa addirittura con una pronipote di Cavour. Entra così, fondazione dopo fondazione, a far parte di quell'élite dell'intellighenzia di sinistra che va a mangiare da Vissani a 300 euro a pasto. E' a fianco di D'Alema quando diventa primo ministro e gli è vicino quando bombardano la Serbia. E' lì probabilmente che si è montato la testa. Poi passa all'Einaudi, poi alla fondazione di Montezemolo e poi con Monti.
Intanto si vergogna di ricevere la madre malata e i parenti che cercano di parlarci. Ignora anche la sorte dell'isola di Gorgona, dove il paese degli antichi gorgonesi sta scomparendo senza che nessuno alzi un dito, il paese dei suoi nonni e bisnonni.
Di solito ci si adopera per parlar bene di qualcuno che si presenta alle elezioni, soprattutto se è un parente. Questa volta no. Questa persona non merita di rappresentare nessuno, è già vecchia ed già piena di quei difetti che non vorremmo più vedere a rappresentarci.
Come potrebbe fare qualcosa per la comunità italiana ed europea se non sa farlo nemmeno per chi gli vuole bene!?

Amarcord. Giaggioli a Bel Poggio


sabato 5 aprile 2014

Firma per liberare l'isola di Gorgona



Da diversi mesi ormai, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, abbiamo dato vita a due nuove ed importanti petizioni. Spero vorrete  firmarle convidendole con i vostri amici e conoscenti.
La prima petizione si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
 La seconda petizione si chiama: "No al rigassificatore nel mare del Santuario dei Cetacei".
In Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo a causa del carcere.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. O il carcere o i gorgonesi è ormai l'unica scelta da fare per non disperdere per sempre la storia e il patrimonio del villaggio degli antichi pescatori. 
La secolare convivenza tra colonia penale ed abitanti è infatti ormai carta straccia, a meno che il nuovo direttore del carcere cambi rotta e ristabilisca una collaborazione con i discendenti gorgonesi. 
Siamo arrivati a 104 adesioni.
Per firmare clicca qui sotto:
http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

Intanto è già arrivato a Livorno, non lontano dall'isola di Gorgona, un enorme rigassificatore che hanno piazzato in mezzo al mare, proprio all'interno del Santuario dei Cetacei e del Parco dell'Arcipelago Toscano. Inutile dire che tutti gli enti preposti alla salvaguardia di questo territorio non hanno alzato un dito per fermare questa ignominia. Anzi, hanno fatto di tutto per incentivare l'arrivo di questo ecomostro, i cui guadagni andranno in tasca ai promotori e le spese saranno pagate invece sulle bollette Enel di tutti i contribuenti italiani.
Il rigassificatore va fermato a tutti i costi perché darebbe un colpo mortale all'ambiente e alla bellezza del Santuario dei Cetacei, oltre ad essere un pericolo per eventuali esplosioni e per l'utilizzo di sostanze chimiche. Per ora il mercato è dalla nostra parte perché nessuno ha fatto un'ordinazione e forse il rigassificatore chiuderà per mancanza di clienti!
Qui siamo a 85 adesioni.