venerdì 31 maggio 2013

CIAO FRANCA

""Franca ed io abbiamo scritto quasi sempre i testi del nostro teatro insieme. Io mi prendevo l’onere di mettere giù la trama quindi gliela illustravo e lei proponeva le varianti, spesso li recitavamo a soggetto, all’improvvisa, come si dice... Questo era il metodo preferito ma non sempre funzionava. Si discuteva anche ferocemente, si buttava tutto all’aria e si ricominciava da capo. In verità mi trovavo a dover riscrivere di nuovo il testo da solo. Poi lo si discuteva con più calma e si giungeva ad una versione che funzionasse e che andasse bene a tutt’e due.
Anche Franca è stata l’autrice unica di alcuni testi. Ci sono opere, come per esempio “Parliamo di donne”, che furono stese da lei completamente a mia insaputa. Quando mi ha dato da leggere questa commedia già ultimata sono rimasto un po’ perplesso... e seccato! Ma come ti permetti?!? No, scherzavo...
Io ho proposto qualche variante ma di fatto si trattava di un’opera del tutto personale.
Pochi lo sanno ma la gran parte degli spettacoli che trattavano di questioni prettamente femminili è stata Franca ad averli scritti, elaborati e poi li ha recitati al completo spesso anche da sola. E io mi sono trovato a collaborare solo per la messa in scena.
Vi dirò di più: testi quali Mistero Buffo e Morte Accidentale di un Anarchico - che io avevo realizzato come autore unico - hanno avuto grande successo anche all’estero con centinaia di allestimenti dall’America all’Oriente, per non parlare dell’Europa.
Ma dei nostri lavori quello che ha battuto tutti i record di messa in scena è Coppia Aperta, Quasi Spalancata che è stato replicato con diverse regie per più di 700 edizioni nel mondo. Ebbene l’autrice unica di questo testo è Franca. L’ho sempre tenuto nascosto!
C’è in particolare un lavoro o meglio, un monologo, che Franca ha recitato solo qualche volta quest’anno, e di cui bisogna che io vi parli perché è fortemente pertinente alla situazione a dir poco drammatica che io sto in questi giorni vivendo.
Da tempo Franca aveva scoperto l’esistenza di alcuni testi apocrifi dell’Antico Testamento nei quali la Genesi è raccontata in termini e linguaggio molto diversi da quelli cosiddetti canonici.
Attenti, non sto parlando dei Vangeli apocrifi, ma dell’Antico Testamento... Apocrifo!
Ebbene da uno di questi testi Franca ha tratto un racconto che vi voglio far conoscere, quasi in anteprima. Eccovelo!
Siamo nel Paradiso terrestre. Dio ha creato alberi, fiumi, foreste animali e anche l’uomo. O meglio il primo essere umano ad essere forgiato non è Adamo ma Eva, la femmina! Che viene al mondo non tratta dalla costola d’Adamo ma modellata dal Creatore in un’argilla fine e delicata. Un pezzo unico, poi le dà la vita e la parola. Il tutto “prima” di creare Adamo; tant’è che girando qua e là nel paradiso Eva si lamenta che... della sua razza si ritrovi ad essere l’unica, mentre tutti gli altri animali si trovano già accoppiati e addirittura in branco. Ma poi eccola incontrare finalmente il suo “maschio”, Adamo, che la guarda preoccupato e sospettoso. Eva vuol provocarlo e inizia intorno a lui una strana danza fatta di salti, capriole e grida da selvatica... quasi un gioco che Adamo non apprezza, anzi prova timore per come agisce quella creatura... al punto che fugge nella foresta a nascondersi e sparisce; ma viene il momento in cui il Creatore vuole parlare ad entrambe le sue creature, umane. Manda un Arcangelo a cercarli. Quello li trova e poi li accompagna dinnanzi a Dio in persona.
L’Eterno li osserva e poi si compiace: “Mica male! mi siete riusciti... E dire che non ero neanche in giornata... ! Voi non lo sapete perché ancora non ve l’ho detto ma entrambi siete i proprietari assoluti di questo Eden! E sta a voi decidere cosa farne e come viverci. Ecco la chiave. E gliela getta. Vedete, qui ci sono due alberi magnifici (e li indica), uno – quello di sinistra – dà frutti copiosi e dal sapore cangiante. Questi frutti, se li mangiate, faranno di voi due esseri eterni. Sì, mi rendo conto che ho pronunciato una parola che per voi non ha significato: eternità... Significa che avrete la stessa proprietà che hanno gli angeli e gli arcangeli, vivrete per sempre, appunto in eterno! A differenza degli altri animali non avrete prole, perché, essendo eterni, che interesse avreste di riprodurvi e generare uomini e donne come voi, della vostra razza? L’altro albero invece produce semplici mele, nutrienti e di buon sapore. Ma attenti a voi, non vi consiglio di cibarvene! E sapete perché? Perché non creano l’eternità... ma in compenso, devo essere sincero, grazie a loro scoprirete la conoscenza, la sapienza e anche il dubbio.
Ancora vi indurranno a creare a vostra volta strumenti di lavoro e perfino macchine come la ruota e il mulino a vento e ad acqua. No, non ho tempo di spiegarvi come si faccia, arrangiatevi da voi. ... tutto quello che scoprirete; e ancora queste mele, mangiandole, vi produrranno il desiderio di abbracciarvi l’un l’altro e di amarvi... non solo, ma grazie a quell’amplesso, vi riuscirà di far nascere nuove creature come voi e popolare questo mondo. Però attenti, alla fine ognuno di voi morirà e tornerà ad essere polvere e fango. Gli stessi da cui siete nati.
Pensateci con calma, mi darete la risposta fra qualche giorno. Addio.

No. Non c’è bisogno di attendere, Padre Nostro! – grida subito Eva – Per quanto mi riguarda io ho già deciso, personalmente scelgo il secondo albero, quello delle mele. S devo essere sincera, Dio non offenderti, a me dell’eternità non interessa più di tanto, invece l’idea di conoscere, sapere, aver dubbi, mi gusta assai! Non parliamo poi del fatto di potermi abbracciare a questo maschio che mi hai regalato. Mi piace!!! Da subito ho sentito il suo richiamo e mi è venuto un gran desiderio di cingermi, oh che bella parola ho scoperto cingermi!, cingermi con lui e farci... come si dice?! Ah, farci l’amore! So già che questo amplesso sarà la fine del mondo! E ti dirò che, appresso, il fatto che mi toccherà morire davanti a tutto quello che ci offri in cambio: la possibilità di scoprire e conoscere vivendo... mi va bene anche quello. Pur di avere conoscenza, coscienza, dubbi e provare amore... ben venga anche la morte!
Il Padreterno è deluso e irato quindi si rivolge ad Adamo e gli chiede con durezza: “E tu? ...che decisione avresti preso? Parlo con te, Adamo sveglia! Preferisci l’eterno o l’amore col principio e la fine?” E Adamo quasi sottovoce risponde: “ Ho qualche dubbio ma sono molto curioso di scoprire questo mistero dell’amore anche se poi c’è la fine"." (Dario Fo)

Firma la petizione per chiudere il carcere dell'isola di Gorgona

Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Procura, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi ed estranei che non ci vivono, ma ai quali il Demanio ha rinnovato il contratto della casa negandolo a chi ci vive stabilmente. A loro, per chiudere un cerchio magico nefasto di potere malato che non rispecchia il volere dei cittadini, si affiancano i media locali, come il quotidiano 'Il Tirreno", velinaro di tutte le istituzioni e portavoce degli esclusivi interessi dei politici e degli enti interessati. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 82).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

Il gioco sporco

Ormai è chiaro. In Italia c'è una lobby che controlla il potere, di qualsiasi tipo, e non lo vuole mollare. Una democrazia occupata, che si bea di belle parole, ma che sotto sotto mescola nel torbido. Dentro ci sono tutti: politici, media, imprenditori e tutto il loro indotto. Serviti da migliaia di leccapiedi che, per pochi spiccioli, si venderebbero anche l'anima. L'esempio più vistoso è quello del movimento cinque stelle, con Beppe Grillo e il suo blog. Il gruppo di potere che asfissia l'Italia, e che si è introdotto anche in Europa, sta facendo di tutto per demolirlo perché sa che potrebbe essere spazzato via in un attimo. E' agghiacciante l'attacco sistematico e giornaliero a Grillo e al M5S, da parte di tutti: partiti, istituzioni, media, rai, conduttori, giornali, radio e via discorrendo. E' una calunnia continua contro un movimento che, a parte qualche gaffe e qualche personaggio sbagliato passato tra le maglie della rappresentanza diretta, vorrebbe solo un'Italia decente, veramente europea e mondiale. In Parlamento con più di 150 rappresentanti è stata bloccata a tutti i livelli: governo, presidenza della repubblica, commissioni, authorithy e via discorrendo. Viene criticata su inezie dai media prendendo e copiando dagli interventi sul web, visibili ed aperti a tutti. Una vera ignominia per impedire che ci sia un vero cambiamento mentre il governo ignobile che ci è stato propinato a forza copia male proprio le proposte del M5S. Se questa strategia riuscirà l'Italia è finita e resteranno solo i privilegiati pagati da noi. Se invece gli italiani capiranno, sarà una vera rivoluzione senza esclusione di colpi.
Ma ci sono anche altri segnali che fanno capire che da noi c'è una finta democrazia e che siamo comandati da lobbies più o meno nascoste. Guardate il processo del possibile accordo Stato-mafia, che è arrivato a lambire anche il Quirinale, partito dalle rivelazioni del figlio del sindaco mafioso Ciancimino, e che vedono imputato anche l'ex-ministro Mancino. Non è un po' strano che proprio l'altro ieri è stato arrestato lo stesso Ciancimino figlio...per evasione fiscale, quando in Italia non si arresta nessuno per questo reato, in primis lo psiconano di Arcore? Oppure l'affare Telecom. Ci vogliono appioppare altri miliardi da pagare per scorporare uan società che è stata peggio dell'Alitalia. E sono sempre gli stessi, annidati nelle fondazioni trasversali con tutti i partiti dentro. Qui ci sono dei connubi tra tutti i poteri dello Stato, magistratura compresa, che fa del nostro Paese un appendice dei poteri sporchi, che ormai hanno anche il controllo del nostro Parlamento e del Governo.
E' necessario resistere e, attraverso il M5S, scardinare questo potere schifoso che ci asfissia e non ci fa progredire, attraverso il voto. Un consiglio: evitare di guardare tv e leggere giornali, comunque farlo con un forte spirito critico, cercando di controllarne la veridicità; evitare i talk show, soprattutto mediaset, ma anche rai e 7, a meno di non saperne trarre le dovute conseguenze da un martellante calunnia continua.
Solo così avremo qualche chance di farcela.

martedì 28 maggio 2013

Firma la petizione per liberare l'isola di Gorgona dall'occupazione ministeriale

Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Procura, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi ed estranei che non ci vivono, ma ai quali il Demanio ha rinnovato il contratto della casa negandolo a chi ci vive stabilmente. A loro, per chiudere un cerchio magico nefasto di potere malato che non rispecchia il volere dei cittadini, si affiancano i media locali, come il quotidiano 'Il Tirreno", velinaro di tutte le istituzioni e portavoce degli esclusivi interessi dei politici e degli enti interessati. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 82).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

venerdì 24 maggio 2013

Arrivare al 51 per cento e prendersi lo Stato. Per rifondarlo o farne uno nuovo

Grazie alla miopia patologica di quello che resta dei partiti italiani e dell'ignoranza delle nostre istituzioni su quello che sentono e vogliono gli italiani, forse alle prossime elezioni, per ora incanalati nel movimento 5 stelle (ma potrebbe benissimo essere un qualsiasi altro contenitore), potremo avere una maggioranza assoluta in Parlamento, sia alla Camera che al Senato. E' l'unico modo per attuare un reset della società italiana e poi proiettarla in Europa e nel mondo.
L'inciucio, la calunnia, la malafede, la disinformazione e l'aggressione sistematica contro un nuovo movimento che ha preso i voti di quasi 9 milioni di italiani ha dimostrato, a chi ancora non ha occhi per vedere e orecchie per sentire, che questo Stato e tutte le sue istituzioni sono ormai fini a se stessi, autoreferenziali (insieme ad una disinformazione mediatica sistematica), che si autoalimenta nei privilegi pagati con i soldi e i sacrifici dei cittadini onesti, per poi schiavizzarli con una burocrazia bizantina ed incomprensibile, con delle tasse infinite e con soverchierie varie, impedendogli addirittura di sopravvivere.
Dispiace che persone in buona fede come Napolitano ed altri non abbiamo saputo cogliere queste istanze, dando l'impressione che non riescano a vedere oltre la soglia istituzionale da loro creata che, ormai, non aiuta più i cittadini, ma li soffoca fino ad impedirgli di sopravvivere.
Le troppe regole, le troppe leggi, le troppe tasse, le troppe autorità, per sostenere ormai un castello di kafka diventato economicamente e moralmente insostenibile, hanno creato due mondi ben distinti: da una parte la maggioranza della popolazione che lavora e vive onestamente (ma male) pagando quello che gli viene imposto di pagare; dall'altra una massa di mantenuti (politici, burocrati e il loro indotto pubblico) che si mangia tutte le risorse, spesso con stipendi esorbitanti e privilegi non meritati.
Questi due mondi sono ormai entrati in collisione. Il primo non ne vuole più sapere di mantenere dei parassiti, il secondo si è arroccato cercando di fare delle concessioni con i soldi dei primi per tentare di mantenere lo status quo.
Non può funzionare e non funzionerà. Alle prossime elezioni avremo il 51 per cento. Crolli Sansone con tutti i filistei, crollino le banche affamatrici, crolli un'Europa di burocrati. Si rifondi una nazione e un continente su basi nuove, pulite, economicamente ben distribuite, che non affami i suoi figli e che lasci intravedere un futuro in armonia con la Terra donata.

mercoledì 22 maggio 2013

Ci stanno solo prendendo in giro. Questo Stato non mi rappresenta e non cambierà. Fondiamone un altro


Lo Stato che voglio è quello che mi ascolta perché lo Stato sono io. Lo Stato che voglio è quello al servizio del cittadino e non viceversa. Lo Stato che voglio è quello che permette una vita dignitosa a tutti. Lo Stato che voglio non è quello basato sulla schiavitù del lavoro, ma sulla ricerca della verità e della felicità, magari usando anche una giusta attività. Lo Stato che voglio non ha prigioni. Lo Stato che voglio non ha onorevoli, vip e mezzinbusti. Lo Stato che voglio non ha un'informazione asservita, ignorante e lottizzata. Lo Stato che voglio assomiglia un po' a quello scandinavo, e si può migliorare. Lo Stato che voglio combatte l'ignoranza. Lo Stato che voglio vive in armonia con la natura, non se ne distacca o la sfrutta credendo di esserne superiore. Lo Stato che voglio non è quella della moneta e della finanza, che rende l'essere umano una bestia infelice, ma quello dello scambio conviviale. Lo Stato che voglio non è quello delle religioni, che fanno parte della sfera privata di ognuno, ma quello che lascia ad ogni individuo lo spazio per la sua personale ricerca.   Lo Stato che voglio non è quello delle auto e dei rumori a tutti i costi, ma è quello del silenzio e dell'armonia. Lo Stato che voglio sono io.

martedì 21 maggio 2013

Siamo quasi a quota cento. Firmate per liberare l'isola di Gorgona


Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Procura, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi ed estranei che non ci vivono, ma ai quali il Demanio ha rinnovato il contratto della casa negandolo a chi ci vive stabilmente. A loro, per chiudere un cerchio magico nefasto di potere malato che non rispecchia il volere dei cittadini, si affiancano i media locali, come il quotidiano 'Il Tirreno", velinaro di tutte le istituzioni e portavoce degli esclusivi interessi dei politici e degli enti interessati. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 82).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

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lunedì 20 maggio 2013

SE LO STATO NON SIAMO NOI VA FONDATO UN NUOVO STATO


Borghezia


Firma la petizione per chiudere il carcere di Gorgona



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Procura, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi ed estranei che non ci vivono, ma ai quali il Demanio ha rinnovato il contratto della casa negandolo a chi ci vive stabilmente. A loro, per chiudere un cerchio magico nefasto di potere malato che non rispecchia il volere dei cittadini, si affiancano i media locali, come il quotidiano 'Il Tirreno", velinaro di tutte le istituzioni e portavoce degli esclusivi interessi dei politici e degli enti interessati. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 80).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

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venerdì 17 maggio 2013

Firma affinché Gorgona non diventi un'isola desertificata come Montecristo e Pianosa


Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e addirittura a degli estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 80).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

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Incubo


Apro la tv e su tutti i canali si parla ancora di qualcuno che pensavo fosse sparito per sempre e del quale non ho nessuno interesse. No, è ancora lì, al governo. Ce lo hanno messo quasi nove milioni di italiani, il pd, Monti e Napolitano. Trasecolo, si parla ancora di questa tragedia vivente. Chiudo la tv e ci metto i sigilli per sempre.

Quindici metri quadri


Ho dormito in una stanza senza finestra di quindici metriquadri. La branda era dura e le coperte sporche e ruvide. Non ho dormito e mi sentivo sporco. Non c'era un bagno dove andare. Non c'era cibo e dell'acqua. Non c'era niente. Nemmeno io.

giovedì 16 maggio 2013

I gorgonesi si stanno estinguendo. Il demanio e il ministero rinnovano i contratti delle case del paese a dei ricchi vacanzieri cercando di mandare via chi ci abita e lavora. Non lo permetteremo mai! Aiutateci a far firmare la petizione per chiudere il carcere inutile dell'isola di Gorgona e per denunciare un Demanio inadempiente



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e addirittura a degli estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 80).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

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Napolitano e la casta arroccata ci vorrebbero così: ciechi, muti e sordi. Invece noi ci siamo e alla prossima tornata sarete spazzati via per sempre sperando che la storia si dimentichi di voi che avete regalato la nostra Italia allo psiconano in nome di un'emergenza che non esiste e che ci sta uccidendo


mercoledì 15 maggio 2013

Lonely


Firmate la petizione prima che Gorgona diventi un'isola chiusa



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e addirittura a degli estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 80).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

domenica 12 maggio 2013

All'isola di Gorgona non si può fare niente. Lo Stato la tiene in ostaggio ignorando i suoi abitanti e destinandola alla decadenza. Firma la petizione perché ciò non avvenga. La invieremo al prossimo Governo perché questo è solo una barzelletta



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e addirittura a degli estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 80).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch

NOI SIAMO RAZZISTI CON LA LEGA CHE VOGLIAMO NON FACCIA PARTE DELL'ITALIA E DEL MONDO


sabato 11 maggio 2013

Lo sciagurato governo pd-pdl-monti voluto da Napolitano non conosce vergogna. Il ministro dell'Interno Alfano, vice-premier, manifesta contro i giudici che hanno condannato Berlusconi a quattro anni di galera e cinque di interdizione dai pubblici uffici. Il ministro dell'economia dice che la condanna dello psiconano non è grave ma è importante che il governo tenga. La Rai e l'informazione tutta, ogni giorno, attaccano ferocemente il M5S per delle inezie, ma tacciono sulla condanna al padrone del pdl, sull'inciucio vergognoso che si sta perpetrando alla faccia e ai cittadini di questo Paese, sul razzismo della Lega e su tutto il resto. Nel frattempo le reti mediaset e quasi tutti i giornali fanno da sponda al temerario di Arcore. Se c'è un colpo di Stato, è quello che sta succedendo oggi con il beneplacito di chi si sta mangiando l'Italia mentre gli altri arrancano. Poi copiano il M5S con gita in pulman in abbazia dopo averlo ferocemente criticato...


Nei vicoli che portavano alla piazza del Duomo di Brescia sono sfilati ieri, insieme e contrapposte, la meglio gioventù e la vecchiezza della Repubblica. Maglioncini girocollo, pullover, cravatte e occhialini sul petto, capelli bianchi e pantaloni comodi dei pensionati si mescolavano con magliette, rasta, felpe, barbe incolte, bandiere multicolori di disoccupati, studenti, precari. I due gruppi erano impermeabili come l'olio con l'acqua.Vasi incomunicanti. Due salti generazionali, un abisso. Nipoti e nonni.Negli occhi delle persone anziane che si apprestavano al palco ad ascoltare i deliri di un vecchio di quasi ottant'anni c'era stupore, meraviglia. Non capivano le urla e la rabbia dei ragazzi. Per loro era normale che un condannato a quattro anni per frode fiscale attaccasse pubblicamente la magistratura scortato dal ministro degli Interni. Una scena sudamericana nella città della strage di piazza della Loggia. Per i ragazzi era uno sfregio, una provocazione. Per gli anziani rappresentava la normalità, quella conclamata ogni giorno dalle televisioni, il loro filtro faustiano di eterna giovinezza. Lo smarrimento nei confronti della protesta era autentico. La società è ormai "divisiva" per usare un temine di moda. Da una parte coloro che hanno una pensione, che pagano l'IMU perché hanno una casa o due, che hanno potuto mantenere una famiglia, che hanno avuto un lavoro dipendente per tutta la vita, spesso qualche risparmio da parte. Persone che, quando hanno affrontato la vita, ventenni, sapevano di avere un futuro. Dipendeva solo da loro. Dall'altra chi non ha letteralmente nulla. Spinti all'emigrazione. Senza lavoro, casa, reddito, famiglia, speranze. I sommersi e i salvati.
L'Italia è un mondo per vecchi. Il suo presidente è il più longevo del mondo, in Parlamento dagli anni '50, da prima dello Sputnik. Un Paese pietrificato. I giovani chiedono il conto. Ne hanno diritto. Lo sfascio non è colpa loro. Vedono sfilare nei palchi delle autorità i responsabili del disastro, strafottenti, protetti dalle forze dell'ordine, da ragazzi in divisa che, anch'essi, non ne possono più. In mancanza di un patto tra generazioni non ci saranno sommersi e salvati, ma solo sommersi. "Ah, se me lo dicevi prima" cantava Jannacci". (dal blog www.beppegrillo.it)
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I gorgonesi stanno per essere cacciati dall'isola di Gorgona. Firma per fermare il genocidio



Da qualche mese, insieme all'organizzazione internazionale Avaaz, è partita una nuova ed importante petizione. Spero vorrete  firmarla convidendola con i vostri amici e conoscenti.
Si chiama: "Chiudiamo il carcere dell'Isola di Gorgona".
Forse non tutti sanno che in Italia esiste un'isola chiamata Gorgona, a sole 19 miglia da Livorno, dove coesistono una colonia penale ed un paese che sta scomparendo.
Chiudere questa dispendiosissima prigione a cielo aperto è diventata per gli ultimi abitanti ormai una priorità. 
La grave crisi economica impedisce la soppravvivenza dignitosa di questa struttura carceraria, sempre più degradata, ma nessuno ha il coraggio di chiuderla. 
Casi come questi, dove lo Stato infierisce sui suoi cittadini invece di salvaguardarli, spesso a causa della mediocrità di chi si annida a caro prezzo nelle nostre istituzioni, ce ne sono tanti in Italia. Fermarne uno potrebbe dare un esempio per tanti altri presenti nella nostra Penisola.
Gli enti e i politici preposti alla salvaguardia di questo patrimonio sono latitanti da sempre (Stato, Ministero di Giustizia, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Seconda Circoscrizione di Livorno, Parco dell'Arcipelago Toscano, Demanio). Anzi si sono alleati tra loro per usare l'isola a loro piacimento, facendo tabula rasa dei suoi abitanti originari e dando spazio ad ex gorgonesi che non ci vivono più e addirittura a degli estranei. 
Ci sono poi 'illustri' gorgonesi che, pur sedendo oggi in Parlamento anche grazie all'affetto dei propri parenti, hanno dimenticato le loro origini e i loro cari. Non potranno far nulla nemmeno per l'Italia se hanno dimenticato così presto da dove provengono.
Se decidete di firmare la petizione e poi la condividerete con i vostri amici e contatti riusciremo presto a ottenere il nostro primo obiettivo di almeno 100 firme (ora siamo a quota 80).
Potremo così iniziare a fare pressione sul prossimo ed inedito Governo italiano per raggiungere l'obiettivo di restituire l'isola ai suoi naturali abitanti, prima che venga desertificata e poi resa inaccessibile com'è già successo per le splendide isole dell'Asinara, di Pianosa e di Montecristo.

Per firmare clicca qui sotto:

http://www.avaaz.org/it/petition/Chiudiamo_il_carcere_dellIsola_di_Gorgona/?launch